cronaca

Cgil in piazza, Cisl e Uil hanno un accordo col Comune
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Ora sono loro a incrociare le braccia: i lavoratori delle mense scolastiche genovesi. Ma non tutti. Perché dopo settimane di incontri con l'assessore comunale Fassio e proteste collaterali guidate da genitori inferociti, due sigle sindacali (Fisascat Cisl e Uiltucs) hanno raggiunto l'accordo di massima sulla prossima gara cittadina, mentre la terza (Filcams Cgil) annuncia per giovedì 25 gennaio uno sciopero con possibile corteo e presidio sotto Palazzo Tursi alle 9.30. 

"Frequenti ritardi ed errori costanti nelle retribuzioni, mancato rispetto del capitolato d'appalto e del contratto nazionale applicato al settore turismo, tendenza generale a rincorrere lo sconto che trasforma l'assegnazione degli appalti in appalti comunque 'al massimo ribasso', la concitazione nel servizio dovuta alla disorganizzazione operativa e del personale, la pressione costante e trasversale che le addette subiscono a causa di disservizi delle aziende che non sono imputabili direttamente a loro, ma che gli vengono riversate quotidianamente contro in quanto ultimo anello della catena, in prima linea sul campo", sono le motivazioni espresse dalla nota del sindacato. 

"C'è chi fa fatti e chi fa polemiche", attacca la Uiltucs rivendicando di essere "in prima linea quando c’è da fare una battaglia per la dignità e i diritti dei lavoratori". Venerdì scorso al Matitone è arrivata la prima schiarita "dopo decenni di rivendicazioni e battaglie", aggiunge la Fisascat. Gli appalti, secondo quanto chiarito dall'assessore Francesca Fassio, dureranno 36 mesi più eventuale deroga di 24, verrà rispettata la clausola sociale e sarà obbligatorio rispettare il contratto nazionale per chi vincerà la gara. Verrà poi attivato un tavolo permanente per definire le regole insieme a tutte le parti. 

Chi invece non ci sta è la Cgil che rimarca la "preoccupazione per il destino di tutti i posti di lavoro del settore che potrebbe essere irrimediabilmente compromesso, anche agli occhi dell'opinione pubblica e dei pregiudizi che nel tempo si sono venuti a creare". Sì, perché il vero scontro ormai non è sul fronte sindacale, ma tra operatori delle mense e genitori. 

L'ultima scuola a proclamare lo 'sciopero' con annesso panino portato da casa è stata la San Gottardo, elementari e materne, con un fronte compatto di mamme e papà pronti ad allertare i Nas dopo aver raccolto - dicono loro - un anno e mezzo di foto e video che attesterebbero la pessima qualità del cibo dato in pasto ai bambini. Anche in questo caso, dito puntato all'amministrazione di Tursi, rea, secondo i genitori, di aver assegnato l'appalto a una ditta con sede troppo lontana (la 'Cascina Global Service' di Sestri Ponente) e di non fare abbastanza controlli. 

E così sempre più genitori scelgono di non avvalersi del servizio mensa. Che a volte si traduce non solo nel panino, ma in interi pasti portati da casa. "È un problema reale che va affrontato per quello che è ed ha un iter tutto suo: è figlio di sentenze di tribunale che partono da lontano", scrive la Uiltucs chiedendo ai presidi di prendere posizione. "Se ciò andasse ad inficiare nella forza lavoro questo dovrà essere chiarito e si dovrà cercare di trovare una soluzione". 

E mentre si acuisce lo scontro, la Cgil prova a smorzare i toNi: "La protesta delle lavoratrici è finalizzata a sensibilizzare l'opinione pubblica sui meccanismi stritolanti, dalle responsabilità trasversali, che rendono sempre più difficile lo svolgimento del loro lavoro. Le loro rivendicazioni sono finalizzate certamente a preservare il loro posto di lavoro e migliorarne le condizioni, ma non solo".