cronaca

Rigettata la richiesta di sospensiva arrivata da alcune società
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 "Ora spero che anche altri sindaci della Liguria facciano lo stesso. Da noi in pochi mesi i risultati si sono già visti" è un Enrico Ioculano soddisfatto quello che commenta la sentenza del Tar Liguria che ha rigettato la domanda di sospensiva per quanto riguarda il divieto di utilizzo nell'intero territorio comunale di Ventimiglia delle slot-machine dalle ore 7 alle 19.


"Questa misura nasce dall'esigenza di tutelare quella fascia della popolazione più debole che spende buona parte del proprio reddito e di quello dei familiari in queste macchinette" ha proseguito ancora Ioculano. Ventimiglia è stato il primo comune ligure e uno dei primi in tutta Italia ad approvare un'ordinanza che va a limitare in modo deciso la presenza e l'uso delle slot machine.


A presentare il ricorso negli scorsi mesi sono state la società Fun Seven Srl e la Federazione Italiana Tabaccai. Nella loro domanda chiedevano una sospensiva della misura adottata a Ventimiglia. Ieri il Tar però ha dato ragione a Ioculano e nella motivazione ha spiegato "che il diritto alla Salute è preminente sugli interessi economici e quindi non intravede alcun problema nel blocco dell’uso delle slot machine in un orario in cui anziani e giovani sono più esposti al gioco e, di conseguenza, alla possibilità di diventare giocatori compulsivi".

"Questo è un principio importante - spiega ancora Ioculano -. Il fatto di avere continuamente queste macchinette in giro può aumentare gli stimoli per i giocatori, doversi invece obbligatoriamente spostare fa venir meno o comunque riduce le possibilità di cadere in tentazione. Secondo il Comune a Ventimiglia ci sono giocate annue pari a 25 milioni di euro, con 232 apparecchi slot e un rapporto apparecchi/abitanti 9,6/1000.


I giochi d’azzardo con installazioni o punti di vendita fisici negli ultimi due anni accennano a diminuire in Liguria (-3.70%) e anche in altre regioni come il Piemonte (-9,80) e nel Lazio (-2%). A fronte di questo dato però in Italia nel 2018 sono stati spesi per il gioco d'azzardo 107 miliardi e 300 milioni, con un aumento del 4,5 per cento rispetto al 2017 e il 2018.


"Sono convinto che adesso che è arrivata questa sentenza del Tar anche altri sindaci possano prendere la stessa decisione, li ho sentiti e so che aspettavano anche l'oro l'esito di questa sentenza. Proprio dal territorio può nascere una presa di posizione molto importante per combattere questi fenomeni di ludopatia" conclude Ioculano.