cronaca

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“Con la demolizione delle pile 10 e 11 il quartiere si è sicuramente tolto un peso ma rimane la preoccupazione per la riapertura della viabilità, ci sentiamo bloccati” così Enzo Greco presidente Civ Vivicertosa a due settimane dall’esplosione che ha distrutto il moncone est di Ponte Morandi..

“Non c’è ancora una data certa per la riapertura di via Fillak – continua Greco - che darebbe un po’ di respiro al commercio e ai residenti, spostarsi non è facile e c’è la questione psicologica, la paura di rimanere bloccati fa si che in molti qui non vengano”.

Poi c’è il capito aiuti secondo molti ancora troppo pochi. “Una parte degli aiuti previsti dall’unatantum sono stati liquidati, alcune aziende erano state messe di fatto in stand by in attesa del pronunciamento dell’avvocatura di Stato ora resta da capire se verranno erogate automaticamente o se invece bisognerà presentare qualche ulteriore documentazione per procedere alla liquidazione, purtroppo temiamo che questo succederà con un allungamento dei tempi”.

Molti che vivono e lavorano nel quartiere vivono difficoltà di spostamento come subito dopo il crollo. “Ci sentiamo bloccati perché le difficoltà sono le stesse di settembre e ottobre, via 30 Giugno è importante ma è quella meno limitrofa e meno utile per il quartiere perché ti porta ad andare a monte o verso mare senza fare tappe intermedie”.

Noi chiediamo aiuti per imprese in grande difficoltà perché in tanti hanno bisogno di liquidità per non chiudere – spiega Greco – poi bisogna fare in modo che la riqualificazione prevista sotto il ponte arrivi anche al centro di Certosa e poi ci vuole un cronoprogramma per capire quando si tornerà alla normalità o almeno capire anche per un’impresa piccola la possibilità di programmare”.