salute e medicina

L'ospedale pediatrico: "Felici di poterla accogliere"
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"Siamo felici di poter accogliere Tafida all'ospedale Gaslini. Fin da subito abbiamo offerto la disponibilità di accogliere la piccola Tafida e la sua famiglia nel nostro ospedale, poiché non sempre, purtroppo, è possibile guarire, ma sempre è doveroso prendersi cura e offrire spazio di accudimento ed accoglienza". Lo ha affermato Paolo Petralia, direttore generale Istituto Giannina Gaslini di Genova dopo la sentenza. "Questo tempo, che viene offerto a Tafida e alla sua famiglia, è una condizione di dignità e qualità di vita, che da sempre al Gaslini viene offerto ai bambini di tutte le nazionalità e in tutte le condizioni. E in questo, ancora una volta, portiamo avanti la missione del nostro fondatore, rivolta ai bambini di ogni condizione, di ogni dove e in ogni tempo" ha aggiunto Petralia.


Il verdetto - definito "sensazionale dal Daily Mail online, tenuto conto di una serie di precedenti su vicende simili, anche se non identiche - è stato emesso dal giudice Alistair MacDonald. I genitori della bambina - Shelina Begum, avvocato di 39 anni, e Mohammed Raqeeb, perito edile di 45, residenti nella zona est di Londra - avevano fra l'altro invocato la loro fede islamica fra le motivazioni contrarie a un atto irrimediabile, quello di staccare la spina, che sarebbe stato anche un "peccato grave" per la loro religione.

Ma MacDonald ha lasciato in secondo piano questo aspetto, sottolineando piuttosto la ragionevolezza delle argomentazioni della famiglia. Mentre ha bocciato il punto di vista dell'ospedale londinese secondo cui mettere fine alla vita di Tafida sarebbe stato "nel suo miglior interesse", poiché, pur non del tutto incosciente, ella non ha consapevolezza né avrebbe possibilità di ripresa. "Dieci o 20 anni di 'inconsapevolezza' sono prezzo degno d'essere pagato, mentre 20 anni di sofferenza potrebbero non esserlo", ha sentenziato notando come gli stessi medici britannici ammettano che la piccola non soffre. La madre ha espresso la sua gioia in lacrime, insistendo sui piccoli segnali di miglioramento notati nelle condizione della figlia. "Tafida non sta morendo, non soffre, è stabile e ha bisogno di tempo", ha affermato, "ora avverte anche la mia presenza". Prima dell'eventuale trasferimento al Gaslini, resta tuttavia da vedere se il Royal London Hospital deciderà di fare appello.