salute e medicina

Lo psichiatra: "Solo la metà dei malati la ritiene una malattia da curare"
1 minuto e 18 secondi di lettura
 "La depressione non è tristezza nè demoralizzazione, non è causata da un singolo evento e ce ne sono tanti tipi. In un decennio è aumentata di quasi il 20% e colpisce a tutte le età, anche nell'infanzia, già a partire dai 4 anni". Lo ha ricordato Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia durante l'incontro 'Depressione sfida del secolo, verso un piano nazionale per la gestione della malattia'.


L'età media del primo attacco è 25 anni, ma vi sono due picchi, uno tra i 15 e 19 anni, e l'altro tra i 25 e 29. "Tuttavia esistono già dei casi di depressione a 4-6 anni - continua Mencacci - nell'infanzia ne soffrono circa 1,5%, ma il dato sale al 3,5% tra la tarda infanzia e prima adolescenza. È la prima malattia cronica in Europa, ma purtroppo viene spesso sminuita". Secondo i dati presentati dall'esperto, rispetto alla media europea del 23% di persone che sono trattate in modo adeguato, in Italia il valore si attesta sul 17%, si avvicinano alle cure il 43% dei malati ma solo il 50% la riconosce come una patologia da curare. E anche se, rispetto alla media dell'Unione europea, in Italia i dati su depressione e suicidi sono un po' più bassi, c'è ancora molto da fare. "Dobbiamo pensare che ogni anno nel mondo 880.000 persone si tolgono la vita - conclude Mencacci - e che ogni 3 secondi una persona prova a farlo. In Italia si è scesi da 4290 suicidi del 2015 a 3984 nel 2018: una piccola riduzione, ma si tratta di un numero ancora significativo". (ANSA).