cronaca

L'esperienza del primo giorno al Salone Orientamenti
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Avete idea di quanta capacità di improvvisazione un giornalista deve avere? Quanta elasticità, spirito d’iniziativa, intraprendenza? Prima di oggi, non lo sapevo nemmeno io. Poi, grazie al progetto di Primocanale Underground ho avuto l'opportunità di cimentarmi in questa esperienza ad Orientamenti. 

Ho avuto infatti l’opportunità di affiancare, insieme alla mia “collega” Silvia Filza, la giornalista Elisabetta Biancalani. Mentre la osservavo condurre le interviste, elaborando domande sul momento e facendo sentire il pubblico partecipe, ho capito quanto posso imparare da lei e quanto io sia ignorante in materia.

Quando poi ci ha passato il microfono, questo divario si è fatto ancora più evidente: se da una parte Elisabetta attirava a sè le persone, convincendole facilmente a lasciarsi intervistare, noi dall’altra abbiamo fatto fatica anche solo a trovare qualcuno che ci degnasse di uno sguardo. Lei era in pieno possesso di sè stessa, calma e gentile, sorridente e attenta ad ogni parola dell’ospite. Noi, presi anche dall’emozione di apparire seri per la prima volta in televisione, per di più in diretta, eravamo più attenti a non sembrare degli imbranati totali che alle parole dell’intervistato.

Ma non sono affranto o imbarazzato.
 Sono contento di aver sbagliato. Sono contento di non essermi sentito pronto. E sono contento di non essere stato lucido. Perché è per questo che sono qui, per imparare; imparare a prendere sicurezza, a far fronte agli imprevisti, a coinvolgere le persone. In due parole, ad essere un "giornalista" e a capire come funziona il dietro le quinte, per provare un domani a diventarlo come professione.