Rischia di risentire dell’isolamento in cui versa il ponente ligure dal punto di vita delle infrastrutture anche il settore della floricultura. È ormai alle porte la stagione dell’export floricolo ligure, con il 50% della produzione di aromatiche e piante in vaso che, la prossima primavera, partiranno alla volta del centro-nord Europa: ma le imprese sono preoccupate a causa dei rallentamenti sui principali collegamenti autostradali dopo il crollo del viadotto sulla A6 Savona/Torino, nonché i forti disagi sulla A26 e sulla Autostrada dei Fiori.
“Occorrono urgenti interventi di ripristino della normale viabilità, e potenziamento infrastrutturale per non condizionare negativamente la commercializzazione delle produzioni locali e l’indotto economico delle imprese che custodiscono, con il loro lavoro, il territorio”, chiede Coldiretti Liguria, anche alla luce del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che ha portato alla dichiarazione che il 47,5% dei tunnel presenti non sono attualmente a norma, mentre continua il monitoraggio e la chiusura di tratti di strada su tutta la rete che collega il centro ligure con le regioni limitrofe.
Le ripercussioni di questa situazione rischiano di farsi sentire, in special modo, sull’export delle piante in vaso e aromatiche liguri, dove in soli tre mesi (tra marzo e maggio) si stima che il 50% della produzione annuale, raggiungerà Germania, Austria, Francia e Olanda, viaggiando quasi esclusivamente su gomma, con autocarri refrigerati. La floricoltura in Liguria si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona e conta ad oggi 3.200 aziende di fiori e piante ornamentali in provincia di Imperia e circa mille nella provincia di Savona. A pagarne maggiormente il disagio saranno le aziende presenti nella provincia di Savona (A6 e A26), dove si concentra la massima produzione di aromatiche e margherite in vaso, provincia che fornisce 25% della produzione nazionale di questa tipologia di prodotto.
“I rallentamenti autostradali, come quelli riscontrati in questo periodo, rischiano di frenare pericolosamente l’export facendo crescere, di conseguenza, i volumi di invenduto e lasciando spazio sul mercato alla concorrenza straniera, che non può competere con i livelli di qualità che hanno le nostre produzioni”, commentano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa .
“L’attenzione alla cura del territorio deve essere una costante e bisogna smettere di agire solo in emergenza o dopo la conta dei danni causati dal maltempo. Investire sulle infrastrutture è di fondamentale importanza per dare la possibilità alle imprese che continuano ad investire sul territorio di far conoscere e valorizzare la proprie produzioni e non costringerle a dover abbandonare la propria terra, fatto che porterebbe a delle ripercussioni economiche, sociali, paesaggistiche e ambientali che non possiamo, e dobbiamo, permetterci”.
cronaca
Emergenza viabilità, in pericolo l'export ligure di fiori e piante aromatiche
L'allarme di Coldiretti
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