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Il ct azzurro racconta la sua lunga esperienza umana e professionale in blucerchiato
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“Paolo Mantovani creò una vera famiglia, in cui tutti si rispettavano, stavano al proprio posto e davano il massimo per la maglia. Non che fossimo degli angioletti, per carità. Nello spogliatoio capitava che si litigasse, io e Pagliuca una volta venimmo alle mani ma il giorno dopo tutto tornava come prima. Persino con Vialli ebbi un momento di scazzo, durò un paio di settimane e sapete perché? Perché Luca in allenamento mi aveva chiamato Mancini, anziché Mancio o Roberto come era solito fare. E io mi ero impennato".



Parole a calciomercato.com del ct della Nazionale, Roberto Mancini, recordman di presenze con la maglia della Sampdoria dal 1982 al 1997. L'attuale allenatore azzurro ha raccontato la sua lunga esperienza in blucerchiato, soffermandosi in particolare sugli aspetti legati ai rapporti interni.




Mancini ha parlato anche di Vujadin Boskov, il tecnico che lo fece diventare grande: "Con lui non ci parlammo per qualche giorno ma facemmo la pace dandoci la mano di fronte alla gradinata Sud festante, dopo una partita vittoriosa, mi pare contro l’Inter”.


Un'epopea, quella della Sampdoria di quegli anni, che ebbe il suo unico filo conduttore in Paolo Mantovani, che Roberto Mancini ha definito "inarrivabile e sopra a tutti".