Finisce la quarantena e puntuale ricomimcia il Neverending Tour di Massimo Ferrero, tra l'altro atteso oggi in tribunale a Roma per un'altra tappa del procedimento penale per distrazione di fondi dalle casse della Sampdoria. Il gip deciderà sulla richiesta del pm di rinvio a giudizio.
La trasferta romana è stata infruttuosa per la Sampdoria, ma mediaticamente fertile per Ferrero, che aveva cominciato l'altro ieri a rimproverare via Twitter il sindaco di Roma Virginia Raggi, offrendosi – senza ricevere risposta - di riparare a proprie spese le buche sull'asfalto attorno a Villa Borghese.
All'indomani della sconfitta del Doria in casa della Roma, sui social è circolato un video di un tifoso giallorosso, o meglio di un altro tifoso giallorosso, che sfotte Ferrero vestito – tanto per passare inosservato - con maglia e pantaloncini della Sampdoria, portandogli i saluti di Dzeko e ricevendo in cambio un vaff***.
Nel pomeriggio infine, almeno per ora, il sito Dagospia ha rilanciato in grande evidenza un'intervista a Terry Marocco di “Panorama” del patron blucerchiato, che non ha certo lesinato critiche, nel suo stile, a mezzo mondo: dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte (“Non va bene prendere in giro gli italiani”) al superconsulente del governo Vittorio Colao (“Ma chi è? Chisseloincula Colao”) fino alla dirigente Rai Eleonora Andreatta (“”La signorina non mi riceve né risponde al telefono. La Rai non è roba sua, ormai dopo dieci anni è ora che se ne vada a casa. Te ne devi annà”).
Partendo dall'ennesimo autoritratto (“Sono un intellettuale di strada. Tutto quello che ho costruito, l'ho fatto senza i soldi”), nel corso del colloquio con la giornalista Ferrero sceglie con cura i suoi bersagli. A partire da Conte: “Credo che il premier, come tutti noi, fosse impreparato a questa valanga, allo tsunami che ci è arrivato addosso mascherato da fantasma. Il governo ha scelto la via più facile. E nel momento che riapriamo hanno solo promesso, ma non hanno dato un euro a nessuno. Non va bene prendere in giro gli italiani. Chiedo di correggere il tiro. Hanno lavorato tanto, ma posso dire che hanno fatto una bella entrata e una brutta uscita. Le aziende chiudono. E quelle che hanno riaperto, si tengono su una gamba sola. Siamo preparati a questo mostro ormai. Affrontiamolo”.
Quindi un pensiero consapevole, visto che alcune delle società che a lui fanno riferimento sono al centro di procedure di concordato preventivo: “E le aziende che stanno facendo i concordati preventivi? Non ci pensa nessuno, sono diventate come il cinema, perse nelle Ande, finite nel dimenticatoio. E mi fa specie che il signor Conte, che viene al cinema e si paga sempre il biglietto, si sia dimenticato delle ore passate all'Adriano”.
Un siluro infine per la direttrice delle Fiction Rai: “H fatto Il Papa buono per Canale 5 e due fiction meravigliose per la Rai. Ma da anni non lavoro più. La Rai oggi è politica e io non sono l'uomo del dire, ma del fare. La signorina Eleonora Andreatta, direttrice della Fiction, è una grande maleducata e arrogante. Non mi riceve né risponde al telefono. La Rai non è roba sua, ormai dopo dieci anni è ora che se ne vada a casa. Te ne devi annà”. Una frase, l'ultima, che non pochi tifosi doriani, sia pure dopo “soli” sei anni, più o meno urbanamente rivolgono quasi ogni giorno allo stesso Ferrero. Che, parlando della Sampdoria, non pare peraltro curarsene: “Siamo stati sfortunati, 10 giocatori positivi. Ora stanno tutti benissimo. Da un male bisogna tirare fuori un bene. Lo leggo come un segnale di Dio, che ringrazio tutti i giorni, per continuare verso un campionato migliore e verso la vittoria. Siamo pronti a sfidare chiunque”.
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Ferrero ne ha per tutti: da Conte a Colao alla Rai che non lo fa lavorare
Chiassosa intervista del "Viperetta" che riserva i suoi morsi a premier, superconsulente del governo e direttrice fiction
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