cronaca

L'appello per non far morire le piccole-medie realtà del territorio
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L'appello è partito da più voci: "Compriamo sotto casa". Le feste di fine anno in epoca Covid hanno stravolto l'economia di grandi e piccole aziende. A soffrire sono soprattutto le realtà di vicinato. Per questo dalle Camere di Commercio di Genova e delle Riviere di Liguria insieme alle associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato è partita la campagna #comprasottocasa. L'obiettivo è chiaro: incentivare gli acquisti di beni e servizi presso negozi, bar, ristoranti e attività artigiane della Liguria.


"Siamo preoccupati che tutto un settore commerciale che già subisce le consegueze del primo lockdown possa subire conseguenza adesso davvero devastanti - spiega Luigi Attanasio, presidente della Camera di Commercio di Genova. Ci vuole attenzione verso uno dei tessuti connettivi della città, i negozi e le vetrine spente, le saracinesche abbassate lasciano il segno anche di quello che è la vita della città. E' anche una questione di relazioni umane: promuovere una qualità urbana" conclude Attanasio.

Tempi difficili per chi cerca di far quadrare i conti della propria attività. Il premier Conte si aspetta un Natale in 'giallo' nel senso dei colori delle Regioni. E già questo sarebbe una notizia per dar respiro soprattutto ai ristoranti e bar che poi riversano le conseguenze indirette anche sui piccoli produttori che gli vendono i beni. Insomma un circolo di legami tra attività che pagano lo scotto. Il governatore Toti vista la situazione sanitaria si aspetta un dicembre con i locali aperti anche la sera. Il nuovo Dpcm arriverà all'inizio di dicembre, lì si capiranno una volta per tutte come l'Italia arriverà alle 'feste' di fine anno.

Di certo per quanto riguarda le attività emerge una concorrenza portata avanti dalle grande piattaforme che operano sull'online. E allora quest'anno la guerra è nei confronti di Amazon. Individuata come la realtà che più di tutte ha sfruttato questo periodo anche a discapito del negozio di quartiere. Da una parte la comodità di avere il prodotto acquistato direttamente a casa, senza uscire, semplicemente con clic e con un risparmio per gli acquirenti che in tempi di magra come quelli attuali sembra fare comodo, dall'altra il pericolo di un monopolio dietro l'angolo. Anche la Commissione europea ha iniziato a indagare. Il 'caso Amazon' tiene banco.

Claudia Vago, project manager della fondazione Finanza etica spiega cosa sta succedendo: "Il 10 novembre la Commissione europea ha formalizzato un'accusa verso Amazon dopo oltre un anno di indagine, Amazon avrebbe violato delle leggi in materia di concorrenza in Francia e Germania. Amazon è una piattaforma che ospita venditori terzi che offrono il loro prodotto ma Amazon stessa vende i proprio prodotti. Nel farlo raccoglie una serie di dati su quello che compriamo, come paghiamo e tutta un'altra serie di informazioni che poi riutilizza per proporci i prodi prodotti a discapito di terzi, Secondo la Commissione di fatto sfrutta una posizione dominante". La stessa Amazon si difende dalle accuse dicendo che non c'è abuso perché non esiste una posizione dominante.

Il sistema è un po' lo stesso che usano altri big dell'online. Sarà capitato a molti di fare una ricerca su internet attraverso un motore di ricerca e poi dopo qualche giorno apparire nelle pubblicità prodotti simili o collegati a quella particolare ricerca. E' un sistema ormai noto da anni. La Commissione europea sta studiando misure adatte per bloccare questo comportamento e abbattere quello che sembra essere una disparità di possibilità. Una serie di norme che blocchino sul nascere questi atteggiamenti di mercato. Oltre a una possibile multa. Ma l'ambito non sembra facile anche per le tante sfumature che la vendita online offre.

"Una soluzione potrebbe essere quella di rendere pubblici i dati raccolti in modo che tutti abbiano accesso - spiega ancora Vago - ma poi nella sostanza al piccolo commerciante non sono utili. La soluzione allora potrebbe essere essere per le realtà di territorio quella di creare piattaforme alternative". Una sorta di autorganizzazione che unisce e diversifica. Per i libri già avviene e anche a Genova iniziano a muoversi realtà che cavalcano questa possibilità, nel nome della vicinanza di quartiere.  

Ma non solo, c'è anche un'ipotesi di rocnvertirsi all'utilizzo del digitale anche per quelle realtà meno abituate. Una vera e propria scuola di digitale per sopravvivere all'emergenza Covid e ripartire. Start 4.0 e Camera di commercio di Genova si sono alleati per dare vita a un corso gratuito per soccorrere le piccole e medie imprese che si trovano in difficoltà con la seconda ondata dell'emergenza sanitaria per il Covid-19. L'obiettivo è supportarle nella trasformazione digitale,