"Non avendo risposto alla pretesa che io mi dimettessi il gruppo ha votato quattro a uno il nuovo capogruppo". Così, inizia il lungo post su Facebook, di Cristina Lodi, ex capogruppo del Pd in consiglio comunale a Genova, dopo che il partito la ha silurata e ha eletto al suo posto il consigliere Alessandro Terrile.
Il caso scoppiato con un ordine del giorno sull'anagrafe antifascista, ma anche anticomunista, è deflagrato nel Pd genovese. La Lodi è stata accusata di non avere trasmesso ai colleghi di partito il testo dell'odg del centrodestra e quindi di aver provocato l'errore alla base della criticata astensione da parte dei dem.
Un vertice di partito notturno ha decretato la spaccatura: "In esito alle riunioni di questi giorni del gruppo del Pd di Genova, abbiamo sollevato questioni politiche e organizzative, e chiesto che si aprisse una riflessione libera e franca sugli errori commessi, sul metodo di lavoro, sui ruoli interni al gruppo, rinviando ogni scelta all'esito di quella discussione preso atto dell'indisponibilità della capogruppo perfino ad avviare tale discussione, la maggioranza del gruppo consiliare ritiene sia necessario un segnale forte e chiaro di risposta in città, nell'aula consiliare e nel partito", hanno scritto in una nota i quattro consiglieri, annunciando poi l'elezione di Terrile.
Una frattura che, in realtà, esisteva sin dall'inizio della legislatura: la nomina di Lodi a capogruppo era stata vissuta come un'imposizione in nome di equilibri fra mozioni, e che si è aperta definitivamente negli ultimi mesi, dopo l'esito negativo delle elezioni regionali. Nelle prossime ore sarà convocata una direzione provinciale del Pd e saranno organizzate riunioni nei vari circoli.
"Io so di aver lavorato sodo sempre per il bene del gruppo e del partito a testa alta continuerò a farlo con passione voglia e tenacia onorando il mandato degli elettori che in fondo sono gli unici veri giudici del nostro operato di politici" ha concluso il suo post la Lodi.
Il caso scoppiato con un ordine del giorno sull'anagrafe antifascista, ma anche anticomunista, è deflagrato nel Pd genovese. La Lodi è stata accusata di non avere trasmesso ai colleghi di partito il testo dell'odg del centrodestra e quindi di aver provocato l'errore alla base della criticata astensione da parte dei dem.
Un vertice di partito notturno ha decretato la spaccatura: "In esito alle riunioni di questi giorni del gruppo del Pd di Genova, abbiamo sollevato questioni politiche e organizzative, e chiesto che si aprisse una riflessione libera e franca sugli errori commessi, sul metodo di lavoro, sui ruoli interni al gruppo, rinviando ogni scelta all'esito di quella discussione preso atto dell'indisponibilità della capogruppo perfino ad avviare tale discussione, la maggioranza del gruppo consiliare ritiene sia necessario un segnale forte e chiaro di risposta in città, nell'aula consiliare e nel partito", hanno scritto in una nota i quattro consiglieri, annunciando poi l'elezione di Terrile.
Una frattura che, in realtà, esisteva sin dall'inizio della legislatura: la nomina di Lodi a capogruppo era stata vissuta come un'imposizione in nome di equilibri fra mozioni, e che si è aperta definitivamente negli ultimi mesi, dopo l'esito negativo delle elezioni regionali. Nelle prossime ore sarà convocata una direzione provinciale del Pd e saranno organizzate riunioni nei vari circoli.
"Io so di aver lavorato sodo sempre per il bene del gruppo e del partito a testa alta continuerò a farlo con passione voglia e tenacia onorando il mandato degli elettori che in fondo sono gli unici veri giudici del nostro operato di politici" ha concluso il suo post la Lodi.
IL COMMENTO
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