cronaca

Era stato chiuso dopo la tragedia del Morandi: un lifting di quasi due milioni di euro
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Riapre entro maggio il ponte don Acciai del Lagaccio che unisce San Teodoro a Oregina: il viadotto era stato chiuso dopo il crollo di Ponte Morandi su pressioni degli abitanti preoccupati per alcune crepe segnalate nei piloni.

A raccontare la storia del ponte Acciai a Primocanale è stato Michelangelo Chiapparo, pensionato abitante nella zona e portavoce dell'associazione Quartiere in Piazza che si occupa di gestire i giardini pubblici intitolati allo stesso don Acciai: "Questo viadotto è importante ma non essenziale - spiega Chiapparo - perchè proprio dopo la chiusura del ponte si è appurato che la viabilità della zona ha alternative valide anche senza il ponte, basterebbe allargare le strade. A nostro avviso i quasi due milioni di euro spesi per il ponte si potevano investire per migliorare il quartiere".

La storia del ponte è legata alla storia del Lagaccio, il cui nome nasce dal bacino artificiale creato nel 1500 dal principe di Genova Marco Doria su concessione dell'allora Repubblica di Genova per irrigare i giardini e alimentare le fontane del parco del suo palazzo: un secolo dopo l'acqua venne usata per raffreddare la fabbrica di polveri da sparo, un proiettificio, situato nell'ex caserma Gavoglio e dopo un secolo utilizzata anche per la fabbrica di biscotti Lagaccio, ora al Righi.

Nel Novecento, senza più queste esigenze, il lago cadde nell'abbandono, un acquitrino malsano e pericoloso. Alcune persone vi persero la vita, l'ultimo dei quali fu un bambino di 12 anni, Felice Ceravolo. La morte del bimbo fece divampare lo sdegno degli abitanti e pure di don Acciai.

Negli anni '70 così il lago venne prosciugato e coperto e sopra vi sono nati campi di calcio e da hokey dedicati a Felice Ceravolo.