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Assemblea approva la mozione contraria all'entrata del Governo turco in Ue
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 C'è incompatibilità tra Governo turco, diritti civili, parità di genere e ingresso in Ue secondo il Consiglio regionale della Liguria, che ha approvato all'unanimità la mozione 31, presentata da Mabel Riolfo (Lega Liguria-Salvini) e sottoscritta dai colleghi del gruppo, che impegna la giunta a condannare ogni tipo di autoritarismo posto in essere dal Governo turco, a favore del rispetto delle convenzioni internazionali, dei diritti umani e della parità di genere, ribadendo in ogni sede competente la ferma contrarietà all'ingresso della Turchia in Unione Europea.


La mozione, inoltre, impegna la giunta a chiedere al Governo, ed in particolare al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che venga convocato quanto prima l'ambasciatore turco per manifestare ufficialmente la ferma condanna dell'Italia rispetto all'atteggiamento del presidente turco contro le opposizioni. Diversa la posizione del Consiglio regionale nei confronti di Polonia e Ungheria.


Con 10 voti a favore, minoranza, 16 contrari e 2 astenuti, Vaccarezza di Cambiamo con Toti presidente e Riolfo della Lega Liguria Salvini),l'Assemblea ha respinto l'ordine del giorno 301, presentato da Luca Garibaldi, Pd-Articolo Uno, e sottoscritto dai colleghi del gruppo, che impegnava la giunta a denunciare i rischi di violazione dello stato di diritto posti in essere dai governi turco, polacco e ungherese, ribadendo il rispetto delle convenzioni internazionali, dei diritti umani e della parità di genere e la necessità che Ungheria e Polonia rispettino i Trattati Europei e i valori su cui si fonda l'Unione.


Il documento chiedeva al Ministero degli Affari Esteri che siano convocati gli ambasciatori turco, ungherese e polacco per manifestare ufficialmente la ferma condanna dell'Italia. Stefano Mai, Lega Liguria-Salvini, ha espresso parere contrario a nome del centrodestra dichiarando che la situazione in Turchia, per quanto riguarda giustizia e democrazia, è peggiore della situazione in Polonia e Ungheria. Gianni Pastorino (Linea Condivisa) e Davide Natale (Pd-Articolo Uno) hanno espresso parere favore all'ordine del giorno.