Molta informazione dichiaratamente di centrodestra si è scagliata con vigore contro l'ipotesi che senza green pass, cioè senza aver accettato le due dosi di vaccino contro il covid, non si possa andare al ristorante o al bar, non si possa salire sui mezzi pubblici di trasporto e via elencando. Il governatore ligure, Giovanni Toti, la pensa in modo diametralmente opposto: "Va bene non rendere obbligatorio il vaccino, ma poiché è necessario, se lo rifiuti una qualche conseguenza devi averla". Apriti cielo.
Francamente mi sembra una posizione coerente con ciò che si fa in Liguria e di puro buon senso. Tanto è vero che Toti non è isolato nel suo atteggiamento e che è una evidente strumentalizzazione caricare la questione di risvolti politici, arrivando a farne un caso di principio.
In Francia la cosa è già stata decisa, anche perché la cosiddetta variante Delta della malattia sta soppiantando i ceppi precedenti e minaccia di rendere il nostro autunno un triste ritorno ai lockdown. Che in realtà non possiamo più permetterci, sia per evidenti ragioni economiche, sia perché psicologicamente ormai la testa degli italiani non regge più.
Chi si straccia le vesti per le presunte libertà violate, non tiene in conto che il green pass nei fatti è invece la sublimazione della libertà. Se uno non vuole il vaccino può benissimo rifiutarlo, ma non può pretendere che la sua libertà vada a ledere quella di chi, attraverso quello stesso vaccino, rivendica la prima libertà su tutte: non essere contagiato o esserlo in modo molto più leggero.
Gli oppositori a questo perfin banale ragionamento osservano che, in realtà, si tratta di un escamotage per rendere obbligatorio il vaccino. "Se non puoi fare neppure cose semplici come andare al bar, al ristorante e sui mezzi di trasporto pubblico, è come se l'autorità ti dicesse: devi vaccinarti, punto".
Il limite di questa osservazione è che si ritenga la possibile decisione un escamotage. Non c'è proprio niente di nascosto nella natura e nelle conseguenze del provvedimento. Nessuno vuole imporre la vaccinazione anti covid, ma fissare delle regole che diversifichino quanto possono fare un vaccinato e un non vaccinato è davvero il minimo.
Banalmente, è una questione pratica, non di principio. Ma se si ritiene di costruire sulla vaccinazione una questione di principio, allora bisogna ricordare che esse possono prevedere anche dei prezzi da pagare. A meno di ritenere che, in questo caso, sia solo la libertà di chi rifiuta il vaccino a dover essere difesa. Mentre quella di tutti gli altri si può bellamente violare. Non funziona così.
cronaca
Il green pass rende liberi altro che diritto violato
Questione pratica e non di principio
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