Sarebbe interessante e, probabilmente, istruttivo conoscere lo stato delle “liste di attesa” nella sanità pubblica della Liguria. Quelle micidiali code a cui , per molti anni nel passato, ci sottoponevamo tutti, per accedere a un servizio sanitario negli ospedali. Le ricordate? Le liste di attesa che caratterizzavano, per esempio, le visite oculistiche e quelle ortopediche così numerose in un territorio dominato da pazienti anziani o molto anziani. E che diventavano argomento di attacchi delle opposizioni alle maggioranze governanti, sia che fossero di sinistra o che fossero di destra.
Poi, un giorno, dopo un accordo che vedeva la compartecipazione della sanità privata convenzionata, cioè pagata dalla Regione, ma fornita da una azienda sanitaria privata, al sistema della salute italiano, le liste si sono in parte assottigliate. Anche se non sono diminuite le “fughe sanitarie” in istituti per lo più privati della Lombardia o del Basso Piemonte alla ricerca della rapidità e, spesso, di una asserita migliore qualità professionale o, in genere, assistenziale. Ipotesi francamente tutta la dimostrare poiché la Liguria ha una qualità medica e infermieristica di altissimo livello.
Con la pandemia tutto è cambiato. Intanto abbiamo verificato anche drammaticamente che la sanità pubblica di altre regioni del Nord non era così mirabile come veniva descritta. Poi siamo entrati in un ingranaggio terribile che ha congestionato le corsie e gonfiato in maniera molto preoccupante le attese per i servizi sanitari di ruotine e di elezione. Laddove per routine s’intendono esami di prevenzione oncologica, Tac, risonanze, controlli, ma soprattutto interventi chirurgici che, sicuramente, non sono questione di vita o di morte, ma potrebbero alleviare i dolori di tante persone che hanno gli stessi diritti di guarire come i malati di Covid. Penso, per esempio, agli interventi ortopedici per gli anziani.
Ebbene non esiste nucleo famigliare che non abbia qualcuno che sta attendendo da mesi, (tanti mesi) un intervento o una Tac. L’attesa oltre al perpetuarsi del dolore, interviene anche sul piano della psiche. E a volte non sono situazioni facili da governare.
Dunque sarebbe interessante conoscere a che livello siamo con le liste di attesa. Quali sono le più lunghe e perché. Anche perché tutti questi problemi derivano quasi del tutto dai contagi Covid e dalla necessità di curare i malati di coronavirus. Più letti occupati, più esami richiesti, più medici e infermieri occupati, più allungamento delle liste d’attesa. Sacrosanta precedenza, s’intende. Certo che quando ascolto le angosce di chi è in lista d’attesa da sei mesi e le notizie nazionali riferiscono che la stragrande maggioranza dei nuovi contagiati e ricoverati è no vax, mi pongo molte domande sui diritti dei malati. Per esempio il diritto a essere curati prima possibile. Tutti, anche chi attende un esame o un intervento da molti, troppi mesi.
salute e medicina
Il popolo delle liste d'attesa e l'affanno della sanità di routine
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