Cronaca

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Anche se si attendono i risultati definitivi dell’autopsia eseguita dal dottor Marco Salvi presso l’Istituto di medicina legale di Genova, gli investigatori della squadra mobile non hanno più dubbi sul fatto che quella che si è consumata ieri in corso Gastaldi sia stata una tragedia della solitudine e della disperazione, un suicidio e un tentativo di suicidio: una donna di 85 anni da tempo malata, con un ictus che le impediva di camminare agevolmente senza assistenza, trovata riversa nella cucina del proprio appartamento, con il figlio 57enne afflitto da problemi psichici nel bagno, avvelenato da psicofarmaci. E sarebbe probabilmente morto anche lui se la badante dell’anziana, che non riusciva ad entrare in casa perché la porta era chiusa dall’interno, non avesse chiesto l’immediato intervento dei Vigili del fuoco, giunti insieme alla polizia che ha sequestrato nel corso di una prima sommaria perquisizione alcune scatole vuote di psicofarmaci, pasticche che sarebbero state assunte da entrambi. Secondo la Polizia, che ha ascoltato il racconto dell'uomo, avrebbero infatti scelto di togliersi la vita di comune accordo, una decisione maturata insieme per sottrarsi ad una esistenza ormai troppo difficile da affrontare, dopo la morte del capofamiglia due anni fa e l'ictus che aveva colpito l'anziana, riducendola su una sedia a rotelle. I due stavano sempre insieme e lei nonostante il suo handicap rimaneva comunque l’unico punto di riferimento di quel figlio da tempo assistito dalla struttura psichiatrica pubblica. Anche il giorno prima della tragedia, qualcuno li ha visti camminare, uno sottobraccio all' altro, per andare a mangiare al ristorante. L’uomo si trova ancora in prognosi riservata all’ospedale san Martino.