Travolto da questa grande e orgasmica ansia di rinnovamento anche il nuovo governo dell’Università di Genova si dedica alla copiatura generale, un po’ come avveniva al liceo quando l’ingenuo professore dava il compito in classe uguale a tutti. E così il Rettore e i suoi “colonnelli” prendono un po’ da una parte e un po’ dall’altra, dal Manzanarre al Reno, con scampagnate oltreoceano perché, lo sappiamo tutti, nella Merica tutto è più bello. L’ultima trovata è il pensionamento manu militari dei vecchi docenti (leggi, la cacciata). Bene. L’Università di Genova ha bisogno assoluto di giovani professori. Aria fresca, idee nuove, metodi moderni.
Tra le tante leggende metropolitane del nostro Ateneo che, spesso, diventano notizie verosimili, c’è quella che racconta di un professore così anziano da dover andare a far lezione accompagnato dalla badante. Insomma, il Rettore per evitare che fra qualche anno il cinquanta per cento dei prof. sostituisca gli assistenti con badanti ucraine, corre ai ripari, assume Brunetta e lancia giù (in senso metaforico) dagli scaloni di Balbi chi ha più di una certa età. In attesa che la giovane generazione di docenti sostituisca gli ottuagenari, e noi saremo i primi a festeggiare questa rivoluzione, raccomandiamo al Magnifico di non gettare tutto via. Di fare scelte oculate.
Una della peggiori pagine della storia della nostra Università è stata segnata dalla fuoriuscita di due professori che ancora oggi sono tra i più qualificati testimonial di via Balbi: il professor Edoardo Sanguineti, uno dei massimi letterati a livello internazionale e il professor Victor Uckmar uno dei massimi esperti di diritto tributario (che l’Università di Bologna ha subito chiamato con sé). Venga pure Brunetta ma attenti a non liquidare, con le badanti dell’est che fanno da bastone ai docenti passatelli, anche chi, magari da seduto, con gli occhiali e l’apparecchio per l’udito, ha ancora molte cose da insegnare davvero, senza bisogno di ricorrere a idee moderne e strampalate, a corsi che fanno ridere tutti gli allevamenti di polli Aia, o a chi, per fare il rivoluzionario, capeggia occupazioni per poi essere costretto a deplorevoli ritirate. Ritirate militari, s’intende, non nel senso della toilette.
IL COMMENTO
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