Sanremo è una città che sta morendo. È inutile nasconderlo. Feste, concerti, manifestazioni, teatro e spiagge piene almeno tre mesi all’anno sono solo un ricordo. Il quarto comune ligure per numero di abitanti resta una città vuota e senza prospettive.
I giovani da ogni angolo d'Italia che venivano in Riviera per divertirsi e spendere sono spariti. Con loro in un processo lento e inesorabile sono sparite anche tutte le attrazioni che l’hanno sempre resa unica nel mondo. Nel 1995 su un taxi di Los Angeles mi sono sentito dire: “I love Sanremo, flowers and songs.” da un armeno che ogni anno guardava il Festival sperando un giorno di farsi una foto davanti all’Ariston.
Nel 2010 il colpo di grazia che ha segnato la fine di tutte le iniziative più tenaci. Conti pubblici e patto di stabilità sono stati un limite per Sanremo, non per Rimini e Riccione. Come mai. Magari in Romagna hanno capito da tempo una regola base dell'economia: per aumentare le entrate bisogna investire. Le risorse più vigorose sono sempre state il mare e l'arte: il primo bruciato da una fogna rotta per mesi e la seconda vittima di tagli scriteriati.
Perché un turista dovrebbe scegliere Sanremo? Dalla Belle Epoque in avanti la Città dei fiori è sempre stata l’epicentro del divertimento in Riviera. Ora non c'è più nulla. Provate a cercare cappuccino e cornetto il sabato notte. Non ci sono più le spiagge, non c'è più il mare, i locali. Ci sono tanti imprenditori coraggiosi che stoicamente cercano di resistere, ma non sono incentivati e vengono tartassati con permessi e burocrazia. Poi si aggiungono le proteste di chi ha la seconda casa e alle 22 vuole il silenzio totale. Chissà se i romagnoli invece dormono tutti con i tappi nelle orecchie.
Sanremo è una città che non sa più divertire e non sa più come divertirsi.
IL COMMENTO
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