LA SPEZIA - Nella tenda pediatrica, dove sono stati accolti e visitati i bimbi con le loro mamme, tra i volontari della Croce Rossa della Spezia in questi due giorni di lavoro alla Calata Artom c’era anche Armanda Lagomarsini. Nella vita è un’infermiera strumentista in sala operatoria, abituata a servire il prossimo.
"Tante donne hanno avuto necessità di visita ginecologica", ci racconta Armanda facendoci capire che i risultati dei controlli chiariranno anche le possibili violenze sessuali subite dalle donne. Le lingue sono tante, diverse così come le ventidue provenienze, ci si parla con gli occhi: i soli che restano fuori da tuta e mascherina.
La bimba più piccola ha pochi mesi, piange spesso provata dal lungo viaggio, le mamme sono giovanissime. Alcune donne sono incinta e trovano il personale di Asl5, l’ostetrica, medici e ginecologi, a dare dovuto supporto. Una ragazza, al quinto mese di gravidanza, è stata portata in ospedale.
"Abbiamo seguito il protocollo – spiega Armanda – il nostro compito era di aiutare mamme e bambini a spogliarsi prima della visita e poi rivestirli con gli indumenti puliti e caldi forniti dalla Caritas. Il sorriso di una bimba di quattro anni non lo dimenticherò mai: le abbiamo dato un adesivo argentato sulla mano e lei ne ha voluto uno anche per la sua mamma. Nel suo sguardo di gioia quell’adesivo luccicante valeva più dell’oro".
"I bimbi riescono ad essere ingenui ed innocenti – prosegue la crocerossina -, basta uno sguardo o un gioco per sorridere. Gli occhi degli adulti hanno il segno del proprio passato, ma hanno anche tanta speranza: qui sono arrivati, sono stati accolti e ricominceranno la loro vita. Questa esperienza non capita tutti i giorni e l’impatto è forte. A livello professionale so cosa fare, il controllo emotivo è importante, bisogna trattenere le lacrime e cercare di dare il buono perché se lo meritano solo per il viaggio che hanno affrontato".
IL COMMENTO
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