GENOVA -"Il 25 novembre del 1822 cadde tante di quella pioggia che spaventò anche i turisti che vivevano a Genova come Mary Shelley e Lord Byron. Quella piena di duecento anni fa seminò distruzione e morte a Genova portando via il ponte di Sant'Agata poi ricostruito parecchie volte, un ponte con 28 arcate di cui ne rimasero solo 5, un ponte attualmente nella zona di Sant'Agata e di Borgo Incrociati ne sono rimasti pochi residui".
A parlare è Giordano Bruschi, 97 anni, partigiano e storico della città e soprattutto della Valbisagno, animatore del circolo Culturale Sertoli che aggiunge: "Quella piena venne immortalata da un grande pittore come Luigi Garibbo e abbiamo ritrovato noi del Circolo i giornali di allora, reperti che in occasione del duecentennale di quella esondazione, a mo' di monito, presenteremo con una serie di iniziative che organizzeremo la prossima settimana con gli studenti delle scuole superiori".
Bruschi dice che ricordare il grande rischio a cui è esposta Genova senza lo scolmatore del Bisagno, iniziato e già in ritardo con i tempi di consegna, è anche uno stimolo a fare presto: "Si parla della necessità di uno scolmatore del Bisagno dal 1971, da subito dopo il grande alluvione del '70. Per questo da lunedì 24 a venerdì 28 ottobre ogni giorno ci sarà un'iniziativa al proposito. La grande idea dello scolmatore è di 500 anni fa di Leonardo da Vinci. La prima iniziativa è fissata per lunedì qui alla Casetta dei Filtri sul ponte sifone del Geirato dove racconteremo agli studenti del Galilei e della scuola media Molassana la grande figura dell'architetto e assessore all'Acqua Carlo Barabino che in tredici giorni fece la relazione sull'alluvione e fece anche il primo progetto di recupero dell'acquedotto e la lotta contro le frane, martedì andremo dai geometri dell'istituto Firpo Buonarroti di via Canevari con Paolo Tizzoni che era vice presidente della Provincia di Marta Vincenzi ricorderemo la storia dello scolmatore, il 26 invece al liceo Montale di via del Castoro ci sarà un appuntamento letterario di grande valore ricordando tutti i grandi scrittori che si sono occupati di Genova e delle piene, Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein, Charles Dickens, il poeta Lord Byron". Una tragedia di cui non si conosce il bilancio in vite umane: "Mary Shelley scrisse che la piena portò via decine e decine di persone e di bestie".
Dopo l'incontro di giovedi 27 alla scuola media D'Azeglio di Struppa per svelare la storia dell'Acquedotto storico, la cinque giorni di ricordo della piena duecentennale si concluderà con anche l'intervento di Luciano Rosselli venerdì 28 sul resti del ponte di Sant'Agata, distrutto più volte perché il Bisagno è un ripetitivo, alcune arcate sono cadute nel 7 ottobre del 1970, altre il 27 settembre del 1992, le ultime grandi piene, poi abbiamo avuto le piene del Fereggiano, del Noce e del Rovare perché tutta la Valbisagno è sempre una zona a grave rischio. L'importanza di queste iniziative è che incontreremo 50 classi, oltre mille studenti che saranno stimolati a fare riflessioni sul tema della sicurezza idraulica".
IL COMMENTO
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