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"L'80% di chi fa il corso bagnino trova lavora e inizia a lavorare presto, ma i problemi sono legati a paghe instabili e tante responsabilità" racconta il presidente della Società Nazionale di Salvamento della sezione di Nervi
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di Aurora Bottino

GENOVA - In una terra di mare come Genova esistono problemi duri a morire e che sembrano peggiorare di anno in anno. Un po' come per camerieri e lavapiatti, ogni inizio stagione, che è anche l'inizio del lavoro vero di molte attività della costa, molti stabilimenti balneari si trovano senza bagnino

Non solo al mare: sono decine le attività ricettive con piscina come campeggi, hotel e bar, che da tempo lanciano l'allarme per la mancanza di risposte ai loro cartelli e avvisi "cercasi bagnino".

Inchiesta, 5 territori un tema - La vita e i problemi del bagnino - GUARDA LA PUNTATA

Il bagnino è però una figura fondamentale nella dinamica della spiaggia, oltre che per la legge: il bagnino si occupa della sicurezza dei bagnanti sulle spiagge o in piscina, controlla le condizioni del mare e suggerisce ai bagnanti il comportamento più opportuno, inoltre, vigila sulle persone in acqua e interviene in caso di pericolo o rischio di annegamento.

Ma allora perchè? Perchè ogni maggio sembra che le persone brevettate siano poche o già tutte occupate? Primocanale con la sua Inchiesta - 5 territori è andata a chiederlo direttamente alla fonte, a coloro che i bagnini li formano: da persone normali a addetti attenti (e soprattutto brevettati dopo un importante esame composto da teoria e pratica) in grado di usare un defibrillatore e capire le condizioni del mare.

Secondo Corrado Bollani, il presidente della Società Nazionale di Salvamento della sezione di Nervi, il problema sta proprio nella retribuzione dell'impiego, anche perchè i bagnini vengono formati: "Quest'anno, grazie a tutto lo staff e ai miei istruttori, abbiamo concluso con un discreto numero di circa 130 persone qualificate con brevetto bagnino Mare, quello che rende possibile trovare lavoro ovunque, quindi sia negli stabilimenti balneari sia nelle piscine, acque interne e così via".

Di queste 130 persone quasi tutte trovano subito lavoro:

"Circa il 70, l'80% trova lavoro e lavora".

Il restante però, essendo comunque un centinaio di persone relativamente poco per andare a coprire con uno, due bagnini per ogni stabilimento e struttura genovese, spesso sceglie di non lavorare come guardaspiaggia. "C'è una sommatoria di problemi, sia da un punto di vista burocratici che legislativi. È difficile poter dare un punto di di crisi: sicuramente i giovani ne hanno voglia, ma sono molto attenti nella ricerca del posto di lavoro. Ricordiamo che comunque è un lavoro stagionale e quindi spesso i giovani cercano un qualche cosa di più regolamentato, anche durante l'anno. Però è sempre esistito la figura del bagnino come il maestro di sci: sicuramente la poca regolamentazione degli stipendi e la tanta responsabilità sono fattori importanti", racconta il presidente Bollani.

Solitamente, infatti, ogni stabilimento decide la paga in base al contratto stilato, senza che ce ne sia uno specifico per i bagnini.

Una figura spesso sottovalutata che risulta invece fondamentale. A Genova ogni anno si registrano circa 2 o 3 incidenti in mare che solitamente avvengono in spiagge dove non c'è il bagnino.

"La formazione dei bagnini è molto importante, molto completa, perché è una formazione a tutto tondo che va a raccogliere tutte quelle che sono le specifiche del posto di lavoro"; racconta Sanguineti Davide, istruttore della Società Salvamento. "Noi andiamo a fare una grandissima parte teorica dove si spiega, si racconta, si fa capire quali sono i rischi, pericoli che si vanno a correre facendo questo mestiere. Molto spesso uno pensa che stia seduto fermo, ma deve conoscere e prevenire.

"Probabilmente non esistono tanti incidenti perché il bagnino previene più che andare poi a recuperare qualche d'uno", continua. "Ovviamente insieme a questo si parla di meteorologia, onde e correnti. Noi dobbiamo insegnare anche una parte medica, perché se dovesse succedere che andiamo a recuperare qualcuno, dobbiamo comunque essere noi i primi a intervenire nell'attesa, magari dell'arrivo dell'ambulanza del soccorso avanzato".

 

 

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