E' l'estate delle tartarughe in Liguria: aumentano infatti i casi di avvistamenti di Caretta Caretta, spesso in difficoltà, lungo i nostri lidi. E' importante ricordare che esistono regole precise per tutelare la salute di questi animali, che vanno seguite e che impongono per esempio - lo dice la legge - di non portare con sé un animale protetto o in difficoltà, ma di avvertire subito la Guardia Costiera.
A Primocanale lo ha spiegato Laura Castellano, curatrice del settore Mediterraneo dell'Acquario di Genova, che insieme al suo team lavora per curare e poi rimettere in libertà gli esemplari trovati nei nostri mari: "Se si vede un animale in mare che pensiamo possa vere problemi, la prima cosa da fare è chiamare la Guardia costiera al numero 1530. La Guardia costiera chiama l'Acquario di Genova e gli esperti e insieme alla persona che ha trovato l'animale si cerca di capire se l'animale ha effettivamente bisogno di esser curato".
A questo punto, spiega la responsabile dell'Acquario, è fondamentale raccogliere materiali e prove per far capire agli esperti quali siano davvero le condizioni dell'animale. Non sempre infatti la tartaruga ha davvero bisogno di aiuto e non sempre è altrettanto facile comprenderlo. Continua Castellano: "La persona può fare foto, video, e osservare l'animale. Con questi dati capiamo se l'animale ha bisogno effettivamente di essere recuperato. A quel punto la Guardia costiera lo va a prendere e si attiva la procedura. Ricordo che è assolutamente vietato per legge caricare a bordo delle imbarcazioni gli animali protetti, non possono essere toccati né caricati a bordo delle imbarcazioni private".
C'è anche un vademecum preparato dagli esperti del Gruppo Ligure Tartarughe marine (GLIT), utile per ricordare come comportarsi in caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido.
- Chiamare il “Numero Blu” 1530 della Guardia Costiera (chiamata gratuita disponibile h24) per segnalare la scoperta di un nido o il ritrovamento degli esemplari.
- Fotografare o riprendere il sito, le tracce e, se c’è, la tartaruga, senza flash e mai frontalmente, in silenzio per non spaventarla ed interrompere la nidificazione. Non toccare per alcun motivo, né la tartaruga adulta, né i piccoli.
- Avvisare il proprietario o concessionario dell’area.
- Individuare il perimetro dello scavo, delimitare provvisoriamente un'area di sicurezza idonea di almeno 3 mt (senza infilare bastoni o altro nella sabbia per non danneggiare le uova) ed aspettare le indicazioni date da personale qualificato per ulteriori azioni.
- Non pulire la zona con alcun mezzo, per non cancellare le tracce.
IL COMMENTO
Blazquez, basta mezze parole: è il momento di dire tutta la verità
Ddl vittime incuria, speriamo la norma non venga usata mai più