GENOVA - Per la prima volta a Genova arriva un autobus a idrogeno: continuano le sperimentazioni in città e non solo di Amt, che consentono di ridisegnare la mobilità sostenibile del futuro. Questa volta non sarà un mezzo elettrico a incuriosire i cittadini, ma un mezzo con cella a combustibile che fino al 25 novembre verrà testato in Liguria. La fuel cell prende l’idrogeno dal serbatoio e produce energia elettrica, l’energia prodotta viene utilizzata per azionare i motori. Se la cella a combustibile produce più energia di quella che serve alla trazione, viene immagazzinata nelle batterie tampone, se invece la cella a combustibile produce meno energia di quella che serve alla trazione, assorbe energia anche dalla batteria tampone. Il bus possiede un sistema di ricarica delle batterie di tipo Plug-in che consente la ricarica anche attraverso un caricatore esterno. Il sistema di trazione del bus a idrogeno è composto da un serbatoio di idrogeno che può contenere 37Kg di idrogeno, una cella a combustibile (potenza netta 70kW), batteria tampone (29,2kWh) e 2 motori elettrici di trazione da 125kW ed ha un’autonomia di circa 350km.
Il mezzo, lungo 12 metri e largo 2 metri e mezzo, è di grande interesse anche per gli studenti di ingegneria, chimica e fisica dell'Università di Genova che stanno studiando proprio nuove soluzioni ecosostenibili che possano rispettare l'ambiente. Per loro, l'appuntamento è mercoledì 24 novembre in piazza Leonardo. Giovedì 25 novembre, invece, il mezzo sarà in prova sul territorio del Levante, tra Recco e Rapallo.
"L’elettrico per Amt è già il presente ed è il futuro in ambito urbano. Vogliamo ora capite le potenzialità dell’idrogeno", dichiara Marco Beltrami, presidente di Amt. "Ci poniamo il problema di un’alimentazione non inquinante per le medie e lunghe distanze e vogliamo capire se l’idrogeno possa essere la scelta giusta. Come sempre vogliamo sperimentare e formarci un’idea precisa, muovendoci fin da ora che la tecnologia è ancora in via di sviluppo. Oltre ai mezzi, vi sarà poi da capire quali infrastrutture di ricarica sono necessarie e le normative di sicurezza previste. Ringraziamo Solaris per averi consentito di provare per alcuni giorni questi mezzi".
IL COMMENTO
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