GENOVA - Quella macaia "scimmia di luce e di follia" cantata da Paolo Conte è entrata ufficialmente nella lingua italiana: è stata infatti inserita nell'ultimo aggiornamento dell'edizione digitale del vocabolario Zingarelli insieme ad altre parole regionali o neologismi entrati ormai nell'uso linguistico comune.
Ma per la macaia, definita come "tempo umido e afoso, con cielo coperto e vento di scirocco, tipico del golfo di Genova", non sembra sia la prima volta sul vocabolario italiano. Come racconta a Primocanale Vittorio Coletti, professore emerito di storia della lingua italiana e accademico della Crusca (che è anche coautore con Francesco Sabatini di un dizionario della lingua italiana), "già Edoardo Sanguineti la introdusse in un supplemento del 2004 del grande dizionario della lingua italiana della Utet".
"Non è la prima volta che parole dialettali vengono ospitate nel vocabolario della lingua italiana perché si ritiene che siano di conoscenza e uso che va al di fuori dell'ambito regionale. Non so quanti conoscano fuori dalla Liguria la parola macaia ma certo è così tipica di questa condizione climatica che valeva la pena fosse inserita", commenta il linguista.
Più difficile capire da dove derivi la parola macaia, di cui non si conosce precisamente l'origine: "Sanguineti la collega a una parola toscana che si chiama maccherìa e che indica la stessa cosa e già era usata nel Seicento. Sembra che tutte e due le parole, macaia e maccherìa, abbiano poi origini latine o greche".
Macaia non è la sola parola genovese entrata nella lingua italiana, come spiega il professor Coletti: "C'è anche 'abbaìno' che dal genovese è diventata italiana, l'altra parola è 'molo' che non è propriamente genovese ma si è sviluppata e affermata in Italia attraverso il molo di Genova".
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