GENOVA - La Torre degli Embriaci entra nel patrimonio della civica amministrazione. Lo ha deciso la giunta comunale, su proposta dell’assessore al patrimonio Francesco Maresca, approvando l’acquisizione gratuita dell’immobile di piazza Embriaci 5.
"La torre – spiega l'assessore Maresca - è un monumento storico di straordinario interesse architettonico, che vogliamo preservare e valorizzare, sfruttandone le potenzialità turistiche. L’acquisizione non è stata un’operazione per nulla scontata e ringrazio gli uffici del Patrimonio per il lavoro svolto, risolvendo annose problematiche collegate a vincoli e servitù che gravavano sui condomini confinanti. L’acquisizione permetterà la concreta fruibilità turistica di un bene di notevole valore storico consolidando ancora di più Genova nel ruolo di città di riferimento culturale e artistico a livello internazionale".
La definitiva accettazione nel Patrimonio civico della Torre spetterà al consiglio comunale. La Torre degli Embriaci: a poca distanza della Chiesa di Santa Maria di Castello, la Torre si trova incastonata fra le abitazioni e lega il suo nome a Guglielmo "Testa di Maglio", conquistatore di Gerusalemme e Cesarea nell’XI secolo durante la prima Crociata. Il palazzo a cui si appoggia la torre è stato prima proprietà della famiglia Cattaneo, poi dei Brignole Sale - di cui prese il nome - e infine dei Brignole, che gli diedero la fisionomia attuale.
A seguito di campagne di studi e scavi archeologici sulla collina di Castello, è emerso che in realtà la torre e il palazzo degli Embriaci sarebbero un po' più a levante, nell’area che oggi è occupata dall’ex convento di Santa Maria delle Grazie la Nuova (oggi Casa Paganini).
La torre di piazza Embriaci sarebbe invece da attribuire all’altrettanto importante famiglia dei De Castro, e quindi a quel Primo di Castello che fu protagonista della Prima Crociata accanto a Guglielmo Embriaco. È una delle pochissime torri familiari medievali rimaste nel centro storico: alta 165 palmi, è l’unica a cui fu permesso di restare alta più di 80 palmi dopo che, nel 1296, fu introdotto un regolamento che cercava di mettere un limite alla corsa delle famiglie genovesi alla torre più alta.
Un restauro della parte terminale nel 1926 aggiunse la merlatura guelfa.
IL COMMENTO
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