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di Matteo Cantile

GENOVA - Uno degli argomenti caldi nel dibattito sul nuovo Palasport è la dimensione della rinnovata arena del Waterfront: chi si aspettava un mega impianto da 15mila posti è infatti rimasto deluso. Ma la capienza della struttura ripensata da Renzo Piano e realizzata dalle maestranze di Cds Holding affonda le sue ragioni in una serie di motivi che sono stati attentamente valutati dai progettisti. 

C'è in prima istanza una questione che attiene alla 'vocazione' della nuova arena: l'impianto, nelle intenzioni di Palazzo Tursi, non deve diventare una location elefantiaca, perfetta per i grandi eventi ma poco gestibile nel quotidiano. In accordo con il Coni, infatti, il palazzetto deve assolvere a una funzione prettamente sociale, quella cioè di rappresentare un luogo in cui i genovesi potranno praticare attività sportiva tutti i giorni dell'anno. E su questo punto si sono concentrati gli sforzi maggiori: su flessibilità degli spazi, pavimentazioni adeguate e accessibilità universale è stato profuso il massimo impegno.

Vi è poi un secondo tema di natura strettamente architettonica. In Italia esiste una legge, nota come 'Decreto Pisanu' (dal nome dell'allora ministro dell'Interno del governo Berlusconi), che impone, tra le altre cose, una serie di vincoli in materia di sicurezza degli impianti sportivi. Strutture aperte al pubblico con capienza superiore ai 5mila posti devono seguire una serie di disposizioni costruttive che sarebbero state incompatibili con la logica per cui è nato il Waterfront: attorno al Palasport si sarebbero dovute erigere imponenti cancellate di prefiltraggio e disporre file di tornelli per l'accesso controllato degli spettatori. Un pugno nell'occhio che era bene evitare. 

Ma lo studio di Renzo Piano, in accordo con il Comune e il Coni, non voleva rinunciare a spazi sufficientemente ampi: "Abbiamo pensato a una configurazione interna - spiega a Primocanale Alessio Montanari, architetto associato dello studio Piano - che prevede un sistema di tribune retrattili che ci consentono di avere tre campi contemporaneamente in funzione e, quando necessario, un solo grande campo centrale con capienza aumentata". 

Sarà dunque possibile assistere ad eventi con 5mila spettatori attorno al campo e, nella quotidianità, disporre di tre diversi campi in cui praticare attività in contemporanea.