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La realizzazione dell'impianto ha acceso polemiche in Comune e tra gli abitanti della zona. I lavoro sono inziati ad aprile e dovrebbero terminare nella primavera del 2025. Ma sull'opera c'è pendente un ricorso al Tar da parte di Legambiente
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GENOVA - È "totalmente esclusa l’assimilazione del forno di cremazione a un impianto di incenerimento dei rifiuti. Recenti studi paragonano le emissioni di un forno crematorio a quelle di una caldaia condominiale" così la Tempio Crematorio di Genova, l'azienda che si occupa della realizzazione del secondo forno crematorio nell'area di Staglieno a Genova allontana le polemiche legate alla realizzazione dell'impianto.

Il tema in questi mesi è stato al centro delle polemiche cittadine. A giugno del 2023 è arrivata l'aggiudicazione del bando di gara all'azienda. Poi è proseguito l'iter, a marzo del 2024 è arrivata l'autorizzazione alle emissioni (Aua) e l'approvazione del progetto esecutivo. Ad aprile poi sono partiti i lavori. Ma sulla realizzazione dell'impianto c'è un ricorso al Tar depositato da Legambiente. Il ricorso si basa su due punti: da una parte la presenza di una cava nelle vicinanze e dall'altro l'utilità del progetto. 

Il progetto del secondo forno crematorio ha acceso le polemiche anche nelle aule di Palazzo Tursi. La giunta e la maggioranza del sindaco Bucci ha spinto per la realizzazione dell'opera mentre l'opposizione ha mostrato contrarietà alla realizzazione dell'opera portando l'attenzione sui numeri e la necessità del secondo forno. Nelle scorse settimane sono arrivate le dimissioni da capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale da parte di Stefano Costa che era allineato con il consigliere azzurro, e rappresentante delle istanze della Val Bisagno, Paolo Aimé, che ha chiesto a nome del partito di fermare il progetto del nuovo forno crematorio di Staglieno, una delle opere più divisive sulla scena genovese degli ultimi anni.

Il costo dei lavori è di 5,2 milioni di euro e la struttura è realizzata interamente a spese del privato all'interno dei campi 56 e 57 del cimitero monumentale di Staglieno. La fine dei lavori è prevista per la primavera del 2025.

Il Comune, attraverso l'assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco Pietro Piciocchi nel corso di un precedente consiglio ha ricordato come la domanda di cremazioni sia in crescita: "Siamo passati da un rapporto di cremazione rispetto al numero di morti che si aggirava al 52-60% nel 2011 al 78,5% del 2023". In media in un anno a Genova e provincia muoiono tra le 11 mila e 12 mila persone. In tutta la Liguria nel 2023 si sono registrate 21,4 mila morti.  

L'azienda spiega che "il contenimento delle emissioni, essendo l’impianto dotato di un sistema di trattamento dei fumi corrispondente alla migliore tecnologia ad oggi disponibile, con il totale rispetto dei parametri per le emissioni prescritti nel provvedimento autorizzativo. Francesca Guerini, amministratore della Tempio Crematorio di Genova spiega che "la tecnologia adottata del nostro nuovo impianto permette di gestire le cremazioni in ambienti all’avanguardia sia per quanto attiene le tecniche operative sia per garantire il confort, l’accoglienza e la giusta intimità alle famiglie dei defunti. Se mi è permessa una metafora, la tecnologia del nostro impianto equivale ad una vettura Euro 6 rispetto ad altre circolanti Euro 2 o Euro 3”.

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