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Le dichiarazioni di Egle Possetti in una nota, all'indomani dell'annuncio di tenere udienza quattro volte a settimana per accelerare i tempi
1 minuto e 47 secondi di lettura
di s.i.

Un'udienza in più a settimana per accelerare i tempi e accertare le responsabilità del crollo di Ponte Morandi: ha creato scompiglio in aula la proposta della Procura, ma l'idea ha la piena approvazione dei familiari delle 43 vittime che attendono dal 14 agosto 2018 giustizia. 

Le parole del comitato Ricordo vittime Ponte Morandi

"Il processo per il vergognoso disastro del Ponte Morandi dovrà dare giustizia e rappresenterà un punto di riferimento importante per il futuro, per noi sarà determinante il suo risultato e per questo come singole parti civili e come Comitato stiamo lavorando con i nostri legali ed il nostro tecnico, vigilando sulla sua evoluzione", scrive in una nota la presidente del comitato Egle Possetti.

"Stiamo apprezzando l’impegno e determinazione della Procura, la serietà e l’imparzialità del Collegio giudicante. Apprezziamo la proposta di accelerazione con le 4 udienze settimanali ed apprezzeremo ogni altra eventuale scelta che possa accelerarne l’iter, per contro vediamo purtroppo in molte difese biechi tentativi di portare avanti i tempi sperando nella prescrizione"

Attaccano così i parenti delle vittime le proteste da parte della difesa all'annuncio di questa possibilità. "Qui parleranno i numeri ed i fatti e non le “manfrine”, non potremo mai accettare un fallimento di questa vicenda giudiziaria, per noi purtroppo la condanna è già operativa dal 14 agosto 2018".

Il motivo delle proteste in aula

Il presidente del collegio giudicante del processo Morandi Paolo Lepri, dopo quasi due anni di processo, ha annunciato un'udienza in più a settimana: "Alla ripresa del processo a febbraio faremo un'udienza in più alla settimana, al lunedì, martedì e mercoledì aggiungeremo il giovedì". Apriti cielo, gli avvocati dei 58 imputati sono insorti. Il più arrabbiato è stato Rinaldo Romanelli, che difende alcuni imputati Spea, che ha detto che già tre udienze sono un grande sacrificio, "con quattro ci toccherà chiudere gli studi legali perché non potremmo seguire gli altri clienti". La data in cui si potrà capire se si potrà evitare l'udienza in più sarà il 9 gennaio, quando si tornerà in aula, giorno scelto perché segue l'avvio del processo per il Morandi Bis (fissato per l'otto gennaio) e andare incontro alle esigenze logistiche dei tanti avvocati "foresti" già a Genova per quel procedimento.

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