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Si salvano ancora i locali in centro città, ma il pericolo è che zone e Comuni come quelli dell'entroterra della Liguria, spesso raggiungibili solo con l'auto, inizino a soffrire tanto da entrare in crisi
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di Aurora Bottino

La paura fa 90 e così ci si ferma ad un bicchiere solo, si opta per analcolici e bibite e si lascia in cantina la bottiglia di vino rosso pagata fior fior di quattrini. Magari, se proprio si vuole esagerare, un bicchiere di spumante per il brindisi di mezzanotte. È il  primo bilancio della notte del 31 dicembre 2024, il tanto aspettato Capodanno che quest'anno ha invece lasciato un'intera categoria, quella della ristorazione, con l'amaro in bocca. A pesare è stato proprio il nuovo codice della strada. Entrato in vigore l'11 dicembre le novità sono state tante, a partire dall'utilizzo del telefonino alla guida passando per la stretta su droghe e alcool.

Seppur il limite non si sia abbassato (il tasso alcolemico legale alla guida rimane 0,5), la paura di poter incorrere nella nuove sanzioni è alta. Così come quella di essere fermati per un controllo. Il primo effetto è stato quindi quello di limitare la disponibilità dei consumatori a frequentare locali fuori mano come nel Levante.

Si salvano i locali in centro città, ma il pericolo è che zone e Comuni come quelli dell'entroterra della Liguria, spesso raggiungibili solo con l'auto, inizino a soffrire tanto da entrare in crisi.

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"Festa aziendale giusto prima di Natale, in tutto ho venduto 8 bottiglie di vino. Erano in 40" 

"Non ne abbiamo ancora parlato a livello nazionale, ma ne parleremo presto" spiega Alessandro Dentone, cuoco della Federazione Italia cuochi e imprenditore nel mondo del catering. "È stato un capodanno sicuramente diverso. Durante il Natale abbiamo dato via solo un quarto del vino dell'anno scorso". Dentone, che con la sua società di fornitura di cibi e bevande lavora sia nel Levante della regione che a Genova, ha già visto una grande differenza. Mentre in centro città si è continuato a vendere - sempre un po' meno rispetto all'anno passato - la situazione in Riviera è ancora più complessa. In città il servizio pubblico va a 'tamponare', permettendo ai clienti di muoversi con autobus o metropolitana. A Levante la scelta è tra chiamare un taxi o non bere. 

"Un appello? Organizziamoci e creiamo il 'taxi al calice'"

"Parlando con alcuni esponenti di altre associazioni ma anche colleghi qualcuno mi ha detto 'il limite non è cambiato', certo, ma le pene sì - spiega Dentone -. È tutto amplificato, il problema di fondo è che ora, visto come sta andando, bisogna organizzarsi. Bisogna risolverla e l'unico modo per farlo credo sia la mobilità". E così nasce l'idea del 'taxi al calice', un servizio navetta in accordo con i tassisti del luogo "per evitare che la gente non guidi e possa godersi la serata con un bicchiere di vino se volessero".