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A Genova si è costituito il Comitato per il sì ai referendum sul lavoro in programma l'8 e il 9 giugno
2 minuti e 27 secondi di lettura
di Andrea Popolano

Una vera e propria emergenza giovani in Liguria, a lanciare l'allarme è la Cgil in occasione della presentazione del Comitato ligure per il sì ai referendum dell'8 e 9 giugno quando oltre un milione e 300 mila liguri saranno chiamati al voto. I cinque referendum trattano di diversi temi legati al lavoro: dallo "stop ai licenziamenti illegittimi" alle "tutele per le lavoratrici e lavoratori delle piccole imprese" passando per i temi legati al "precariato", alla "sicurezza sul lavoro" e alla "cittadinanza".

La presentazione è stata l'occasione per fare il punto sulla situazione del lavoro in Liguria. Secondo i dati Istat elaborati dalla Cgil in Liguria dal 2014 al 2024 sono emigrati dalla regione 16.136 giovani di età compresa tra i 18 e 39 anni. Dal 2021 i giovani andati via sono aumentati dell'83,8%.

Maurizio Calà, segretario generale della Cgil Liguria: L'Italia odia i giovani e in Liguria bisogna preoccuparsi un po' di più per la situazione. Rendiamoci conto che oggi il 90% delle persone assunte sono precarie e la grande maggioranza sono giovani. Bisogna pensare un modo per dare potere ai giovani per permettere loro di fare figli ad esempio, invece se va bene gli diamo 50 euro come stanno facendo gli ultimi governi per lavarsi la coscienza".

Altro elemento di emergenza riguarda le proiezioni future. "I dati di Confindustria Liguria - spiega ancora Calà - ci dicono che nei prossimi 15 anni mancheranno 150mila persone come manodopera, se questo è l'incipit dovremmo capire che qui bisogna strutturarci. L'anno scorso è cresciuto il lavoro stagionale e quello a chiamata, dove la mattina ti chiamano per la sera e poi basta, mentre è crollato del 10% l'apprendistato quello che permette di imparare e poi venivi stabilizzato all'interno delle aziende".

I dati infatti dicono che per il secondo anno consecutivo calano le assunzioni con contratto di lavoro dipendente nel settore privato in Liguria. I dati Inps indicano 213.277 assunzioni totali nel 2024, in calo del - 1,6% rispetto al 2023 (pari a -3.358 assunzioni). Le assunzioni a tempo indeterminato nel 2024 sono pari all'11,7% del totale, mentre nel Nord-Ovest abbiamo c'è un'incidenza del 18,9% e del 15,7% in quella nazionale. Aumentano i contratti degli stagionali e intermittenti (rispettivamente + 1,6% e +3%); calano tutte le altre tipologie. Tra le tipologie di assunzione in diminuzione quelle dei giovani sino a 29 anni (-1.801 assunzioni pari al -2,1%), dato che fa il paio con l'apprendistato: nel 2024 rispetto al 2023 perde 1.195 contratti pari al -10,7%. Il 35% di tutte le nuove assunzioni è a tempo parziale.

Il Comitato regionale referendario per il sì è composto da: Cgil Liguria, Anpi, Associazione Ligure Giornalisti, Udi, Comitato per il ritiro di ogni autonomia differenziata, Rete Studenti Medi, Udu, Libera, Associazione Rigenerazioni Urbane, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Sunia,
Federconsumatori, Auser, Tavolo No Autonomia Differenziata. I partiti politici regionali che hanno dato adesione e sostengono: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Verdi, Linea Condivisa, Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano.

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