Cronaca

Anna Lucia Cecere in attesa del responso del dna: "Non vedo l'ora che arrivino i risultati, non è bello essere indicata come un'assassina". Da oltre dieci anni si cerca di identificare il dna trovato sulla camicia della vittima
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di Michele Varì

GENOVA -"Sono innocente, non ho ammazzato Nada Cella, non volevo prendere il suo posto di lavoro e la mattina dell'omicidio ero a lavorare".

L'ha detto al suo avvocato Giovanni Roffo un mese fa Anna Lucia Cecere, l'indagata per il delitto di Nada Cella, la segretaria uccisa il 6 maggio del 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari.

Un delitto irrisolto e riaperto dopo 25 anni dalla criminologa Antonella Pesce Delfino capace di scovare un particolare delle indagini svolte allora dai carabinieri e mai comunicato alla polizia titolare dell'inchiesta: nell'abitazione di Cecere erano stati trovati bottoni uguali a quello rinvenuto sulla scena del delitto dalla scientifica.

Cecere era stata indagata pochi giorni dopo il delitto ma la sua posizione era stata archiviata sbrigativamente dal pm di allora Filippo Gebbia.

Il caso riaperto grazie alla criminologa  e affidato al pM Gabriella Dotto potrebbe essere risolto dagli accertamenti scientifici affidati al super consulente romano Emiliano Giardina, il mago del dna, l'uomo che ha risolto il caso di Yara Gambirasio scoprendo chi era "ignoto numero uno".

Giardina sta lavorando con tecniche nuove sui reperti e le macchie di sangue rinvenuti dalla scientifica nello studio di Nada Cella: fra questi come noto anche una macchia di sangue appartenente a una donna rilevata sulla camicia della vittima. Sangue che potrebbe essere di Nada, di una sconosciuta o anche di Cecere, il cui codice genetico avrebbe punti comuni con quello del presunto killer, ma questo potrebbe non bastare per affermare che si tratta del suo sangue. E' questo solo uno dei punti di domanda a cui è chiamato a rispondere il genetista, che avrebbe dovuto concludere il suo lavoro entro marzo di quest'anno, e invece continua a chiedere proroghe.

Questo continuo slittamento degli accertamenti scientifici può tradire la difficoltà che Giardina sta incontrando a trovare una soluzione, ma potrebbero invece anche voler dire che il genetista ha trovato una traccia importante e ora sta cercando di affinarla e renderla decisiva.



L'avvocato Roffo che difende Cecere non vuole rilasciare dichiarazioni in attesa della conclusione delle indagini, e dice solo: "L'ultima volta che ho visto la mia assistita pur tranquilla perchè consapevole di essere innocente è nello stesso tempo nervosa e inquieta perchè non è bello sentirsi sospettare di un omicidio".


Alla domanda perchè l'indagata, una ex insegnate, ha reagito con rabbia e aggressività quando si è accorta che la donna che era andata a trovarla nella sua casa di Boves (Cuneo) con il preteso di un'indagine sul mondo della scuola in realtà era una criminologa (appunto Antonella Pesce Delfino) il legale risponde così: "Cosa avreste fatto voi se una sconosciuta facendo un lungo viaggio si fosse presentata alla vostra casa spacciandosi per una persona interessata al mondo scolastico per scoprire invece poi che era lì per cercare di coinvolgervi in un omicidio avvenuto 25 anni prima?".

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