IMPERIA - "Siamo in una fase ancora embrionale". È di poche ore - spiega il sindaco di Badalucco Matteo Orengo - la notizia della senatrice della Lega Nord che durante un discorso legato alla crisi idrica ha ufficializzato la volontà dell' affidamento della progettazione di un invaso il valle Argentina, all'altezza di Glori, dove sarebbe dovuta sorgere 60 anni fa la famosa diga per la quale la popolazione di Badalucco si ribellò. Una ribellione ancor più motivata dalla tragedia del Vajont: 9 ottobre 1963.
"Come noto - ricorda il sindaco - l'11 novembre del 1963, dopo mesi di battaglie, gli abitanti di Badalucco riuscirono a far fermare i lavori, sospesi definitivamente nel 1985".
Una pagina di storia particolarmente sentita dalla popolazione della Valle Argentina, ancora bene impressa nelle menti di chi, a quell'epoca, lottò per giorni e giorni. Gli stessi, ascoltando le dichiarazioni di Orengo, pronti a riscendere in campo 60 anni dopo.
"Oggi - prosegue Orengo - si riapre quel discorso e lo si riapre utilizzando un termine che a noi badalucchesi crea disagio, preoccupazione, paura. Quel nome è: diga.
"Credo che non sia questo argomento di cui si parlerà perchè da quello che ho capito si pensa ad un invaso. Quando avremo la certezza che si tratterà di invaso - sottolinea Orengo - e non di diga apriremo un ragionamento ma con la partecipazione del territorio nell'eventuale progettazione di questa opera che ritengo importante."
Nello specifico si parla di un muro , costruito nell'alveo del torrente Argentina in zona Glori, alto 30 metri e capace di contenere intorno ai 3-4 milioni di metri cubi d'acqua. L'opera, che prevede anche la realizzazione di una galleria sull'ex statale 548 per ovviare al problema del passaggio in paese dei mezzi pesanti, dovrebbe costare intorno ai 40 milioni di euro.
" Ben vengano - conclude Orengo - progetti volti a migliorare la qualità della vita ma...non si pronunci la parola diga!"
IL COMMENTO
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