Cronaca

Le reti hanno fatto diminuire (rendendoli quasi impossibili) i lanci di stupefacenti e cellulari dalla zona stadio fino a dentro il cortile del carcere: ecco cosa si sono inventati
56 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - Droni che volano sopra al carcere di Marassi. È un nuovo escamotage dei criminali che sono costretti ad inventarsi altri sistemi per fornire i detenuti di droga e telefonini dopo l'installazione delle reti sul lato stadio.

Le reti hanno fatto diminuire (rendendoli quasi impossibili) i lanci di stupefacenti e cellulari dalla zona stadio fino a dentro il cortile del carcere. Il problema però, sottolineano i sindacati della polizia penitenziaria, "potrebbe essere frequentissimo e nulla possono i poliziotti penitenziari, i quali non sono dotati di alcun dispositivo per individuarli e inibirne le frequenze su cui ne avviene il pilotaggio da remoto".

"Eppure le strumentazioni esistono, sono poco costose, portatili e di semplice e immediato posizionamento. Perché, allora, non acquistarne un certo numero e dislocarle presso quelli che possono essere gli obiettivi più sensibili, magari anche spostandole segretamente da una parte all’altra in forma deterrente?" spiega il Segretario della UILPA PP.

"Lo ribadiamo – conclude Pagani – o si contrasta la criminalità dotando la Polizia penitenziaria di reali equipaggiamenti/risorse , oppure saremo noi ad utilizzare i droni, ma questa volta alla ricerca di Politica e Governo allo stato assente".

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