
Indignata perchè due ragazzine si scambiavano pubblicamente carezze ed effusioni sul bus, una settantenne le ha minacciate con un coltello e offese in modo ripetuto gridando più volte "brutte lesbiche, o la smettete o vi pianto un coltello nella pancia".
Il gravissimo fatto di omofobia è accaduto l'altra sera sul bus Amt numero 13 che da corso Saffi stava raggiungendo il capolinea di via Turati, a Caricamento: proprio qui grazie all'allarme lanciato al 112 da alcuni passeggeri e dalla centrale operativa di Amt la donna è stata intercettata da una pattuglia delle volanti della polizia.
La settantenne, con già alle spalle piccoli precedenti penali, è stata denunciata a piede libero, ma se l'è cavata con una semplice segnalazione per minacce aggravate dall'uso del coltello (poi rinvenuto nelle mani di un suo conoscente, per questo denunciato per favoreggiamento). Nessun riferimento nelle contestazioni all'omofobia manifestata in modo chiaro dalla donna nei confronti delle due minori a conferma, come trapela dalla questura, dell'assenza normativa che poteva essere colmata dal famoso disegno di legge Zan bocciato dal Senato che prevedeva aggravanti specifiche o un vero e proprio reato per le chiare discriminazioni omofobe.
Per contestare il reato discriminatori alla settantenne, visto l'attuale vuoto legislativo, ora servirà una denuncia da parte dalle due ragazzine che sono state minacciate o un'iniziativa del magistrato di turno a cui gli agenti hanno inviato la relazione dell'aggressione omofoba sul bus.
Il ddl Zan è disegno di legge del deputato del Pd Alessandro Zan contro l'omofobia, la transfobia, la misoginia approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020 ma poi, a sorpresa, bocciato lo scorso autunno in Senato.
Il disegno di legge interveniva su due articoli del codice penale e ampliava la cosiddetta “legge Mancino” inserendo accanto alle discriminazioni per razza, etnia e religione (già contemplate) anche le discriminazioni per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.
IL COMMENTO
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