Cronaca

Nel giorno della manifestazione davanti al tribunale contro i suicidi in carcere arriva la notizia dall'stitut genovese dell'ennesimo detenuto che si è tolto la vita. E così sono 47 i reclusi che si sono suicidati in Italia nel 2024
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di Michele Varì

GENOVA - Nel giorno della tappa genovese della manifestazione nazionale contro i suicidi in carcere davanti al tribunale di Genova arriva la notizia dal carcere di Marassi dell'ennesimo detenuto che si è tolto la vita in cella, un egiziano. E così salgono a 47 i reclusi che si sono suicidati in Italia. Una vergogna denunciata dagli avvocati e tutti gli operatori del carcere, come il cappellano, Paolo Gatti, che ha preso parte alla maratona oratoria a cui hanno partecipato anche alcuni esponenti politici e i garanti dei detenuti.

"Siamo qui per sensibilizzare tutti, ma in particolare la politica - spiega Fabiana Cilio, presidente della camera penale ligure, uno dei tanti legali intervenuti alla manifestazione - quella che sta avvenendo all'interno delle  nostre carceri è davvero una strage e quindi noi chiediamo alla politica di fare presto perché non c'è più tempo, fare presto con i decreti, come quello di Giachetti di porterà la liberazione anticipata da 45 a 60 giorni e più misure alternative alla detenzione, chiediamo anche che le misure vengano applicate in maniera molto più massiccia di quanto accade oggi perché ricordiamo le misure alternative alla detenzione abbassano il tasso di recidiva mentre il carcere le fa schizzare in alto".

Presente alla maratona anche il garante regionale per le carceri Doriano Saracino: "In carcere si vive male e quindi si muore facilmente - spiega - oggi siamo qui a parlare di suicidi, ma c'è anche il problema delle morti perché se consideriamo i morti per altre cause superiamo il numero di 100". Saracino sottolinea inoltre la necessità di "potenziare le cure mediche così come le opportunità di lavoro e di reinserimento sociale". Il Garante chiede inoltre "alla Regione Liguria di modificare la legge sull'edilizia residenziale pubblica che di fatto penalizza chi ha scontato una pena perché non consente un reinserimento sociale perché chi ha una condanna anche di un anno per un reato punito fino a cinque anni perde il diritto alla casa".



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