Non si placano i momenti di tensione e i disordini nel carcere Valle Armea, a Imperia, dove l'ultimo giorno dell'anno si è concluso con una doppia aggressione. La prima ha coinvolto una poliziotta, ferita da un detenuto che pretendeva un colloquio. Il secondo ha invece visto un altro agente preso a sediate da un detenuto.
Il detenuto pretendeva un colloquio: dopo il rifiuto si è scagliato contro la poliziotta
Il primo atto di violenza è avvenuto poco prima delle 14, quando nel reparto colloqui un detenuto di origini magrebine pretendeva un colloquio per cui non aveva autorizzazione. Dopo i ripetuti rifiuti da parte della poliziotta penitenziaria di turno, l'uomo si è scagliato contro di lei violentemente. La poliziotta è stata trasportata in ospedale dove ha riportato una prognosi di una settimana per un trauma cranico.
All'ospedale di Imperia un poliziotto penitenziario preso a sediate
All'ospedale di Imperia poco dopo, nella sala del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, un poliziotto penitenziario in turno per la scorta di un detenuto è stato preso a sediate dallo stesso per cause ancora in fase di accertamento.
La denuncia del sindacato: "Nel 2024 più di 3.500 aggressioni alla polizia penitenziaria"
"Pur ringraziando il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per le sue parole sul sistema carcerario che ha pronunciato durante il tradizionale discorso di fine anno, pur richiamando le condizioni inammissibili delle nostre prigioni - denuncia Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria -, caratterizzate specialmente da un sovrappopolamento detentivo prossimo a 16mila reclusi oltre la capienza e da una penuria negli organici della Polizia penitenziaria di oltre 18mila unità. Ben 89 sono stati i suicidi di ristretti nell’anno che si è chiuso, mai così tanti, cui bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che, altresì, si sono tolti la vita. Oltre 240 sono stati i decessi totali, due gli omicidi, più di 3.500 le aggressioni alla Polizia penitenziaria, molteplici le evasioni, non si contano le risse, i traffici illeciti, gli stupri, le violenze. Numeri impietosi che restituiscono un quadro oggettivo della drammaticità e della disfunzionalità di prigioni diffusamente illegali e che non assolvono a nessuno degli scopi a esse assegnati né tanto meno alle finalità delle pene sancite dall’art. 27 della Carta costituzionale”.
"Il Parlamento e il Governo ascoltino le parole del Garante della Costituzione e aprano immediatamente una discussione seria - conclude Pagani -, senza pregiudizi ed evitando di radicalizzare le contrapposizioni, per l’indifferibile varo di provvedimenti utili a restituire crismi di civiltà e legittimità al sistema penitenziario, deflazionando la densità detentiva, implementando gli organici del personale e garantendo l’assistenza sanitaria, passando per il tangibile rafforzamento del Corpo di Polizia penitenziaria le cui condizioni di lavoro sono rese inaccettabili, vedasi SANREMO ove portiamo la ns vicinanza ai poliziotti feriti".
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IL COMMENTO
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