Cronaca

Cornigliano e Albaro in cima e alla fine dei grafici. Lo studio dei medici per l'ambiente rivela che nel 2020 del Covid senza vaccini in città ci sono stati 2mila morti in più, ma alla Foce, a sorpresa, i decessi diminuirono del 6%
2 minuti e 48 secondi di lettura
di Michele Varì

 

Nei quartieri popolari e delle periferie di Genova si muore di più che in quelli benestanti. La conferma dalle statistiche del 2023 riferite da Valerio Gennaro, epidemiologo ambientale genovese che da anni coordina studi sulla mappatura dei decessi insieme ai Medici per l'ambiente dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano. Una  ricerca molto importante ed unica in Italia.



Maglia nera a Cornigliano, i più longevi ad Albaro

I quartieri di Genova in cui ci sono più decessi sono, Cornigliano, a cui va la maglia nera nonostante le parte a caldo delle Acciaierie sia ormai spenta, seguita da Pra', poi ecco Struppa, l'ultimo lembo della Valbisagno, e Bolzaneto, in Valpolcevera, quindi i vicoli del centro storico di Pre', Molo e Maddalena seguiti da Rivarolo e Sestri Ponente, poi Oregina, Lagaccio, Voltri, San Teodoro e San Fruttuoso. Le zone in cui ci sono meno decessi sono quelle definite bene, con gli affitti più alti e una qualità della vita migliore, Albaro prima di tutte, poi Portoria, Nervi, Quinto, Sant'Ilario, San Martino, Quarto, Foce e Pegli.

Molti i fattori: economici, ambientali e culturali

Molte le possibili cause per spiegare di queste disuguaglianza sulla mortalità e dunque sulle patologie: l'ambiente, l'inquinamento dell'aria e non solo, la povertà e la scarsa scolarizzazione che comporta anche una minore attenzione alla prevenzione.

Con il Covid 2 mila morti in più, l'eccezione della Foce

Gli studi di Gennaro e del suo gruppo nell'anno dopo il Covid hanno evidenziato anche un'anomalia rispetto alla pandemia che nel 2020, l'anno di coronavirus ancora senza la protezione dei vaccini, mentre in tutti i quartieri si era verificato un aumento complessivo di duemila decessi, saliti da 8mila a 10 mila, nel quartiere della Foce c'era stata una sorprendente diminuzione di morti del 6%.

Fatali anche le restrizioni per fronteggiare il virus

L'aumento dei lutti nel periodo del Covid è stato causato dal virus ma anche dalle obiettive difficoltà di accesso alla sanità pubblica e al medici condotto a causa delle restrizioni imposte per fronteggiare la pandemia.

Mortalità rimasta più alta per tre anni

L'elevata mortalità dell'anno del Covid è stata avvertita anche nei due anni successivi del 2021 e 2022, dove il numero dei deceduti si è attestato su circa 9 mila morti, solo nel 2023 il decessi sono tornati a livelli precovid, con 8mila morti. "Questo aumento registrato nel 2021 e 2022 è veramente grave e meriterebbe uno studio approfondito - sottolinea Gennaro - perché si tratta di un eccesso di morti che non siamo riusciti ad evitare, per questo servirebbe studiare tutti assieme cosa è accaduto, per farlo dobbiamo creare una squadra di sanità pubblica multidisciplinare fatta di persone e competenze diverse senza conflitti di interessi per capire cosa e accaduto e arrivare così a studiare una vera strategia di prevenzione per i prossimi anni". Attore molto importante in questa ricerca, fa notare Gennaro, è di certo l'Arpal, l'Agenzia regionale per l'Ambiente, che ha il compito di monitorare i veleni che attentano alla salute dei genovesi. 

"Statistiche servano a riequilibrare offerte sanità"

Le statistiche dei medici per l'Ambiente sono fotogrammi di un film che, come auspica Gennaro, possono servire agli amministratori "per approfondire le motivazioni di queste diseguaglianze e migliorare e favorire la cultura della prevenzione e il servizio sanitario pubblico nei quartieri popolari".

 

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