Cronaca

Il detenuto è un uomo di origini sudamericane e dovrebbe uscire di prigione nel 2028 dopo una condanna per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale
1 minuto e 28 secondi di lettura
di Au. B.

Violenza durante i normali controlli della polizia penitenziaria nel carcere della Spezia, dove un detenuto ha spinto giù dalle scale un agente durante la perquisizione della cella.

Il detenuto solo nel 2024 ha ricevuto otto sanzioni disciplinari

Il detenuto è un uomo di origini sudamericane e dovrebbe uscire di prigione nel 2028 dopo una condanna per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. L'uomo è noto ai poliziotti penitenziari visto che solo nel 2024 ha ricevuto ben otto sanzioni disciplinari per comportamenti scorretti. Proprio oggi, 10 gennaio 2025, il detenuto non avrebbe "gradito" la perquisizione degli agenti, un controllo di routine, così è andato su tutte le furie e si è scagliato contro i poliziotti spingendone uno giù dalle scale. L'agente è stato soccorso e trasportato in pronto soccorso.

La denuncia del sindacato: "Sempre più detenuti e meno poliziotti"

"Vicinanza alla Polizia penitenziaria della Spezia e al collega gravemente ferito" scrive Fabio Pagani della Uilpa PP. "Del resto, a livello nazionale, con oltre 62.000 detenuti presenti a fronte di 46.679 posti, il sovraffollamento è ormai prossimo a raggiungere, superandola, quota 16mila. Per converso, gli organici del Corpo di Polizia penitenziaria continuano a depauperarsi anno per anno, mancando al fabbisogno più di 18mila agenti. È palese che in queste condizioni non si possa neanche pensare a concreti processi organizzativi, ma ci si riabbatti giorno per giorno mirando alla ‘sopravvivenza’ - continua Pagani -, senza peraltro riuscire sempre a salvaguardala, come in questi casi. Parlare di art. 27 della Costituzione e di rieducazione è esercizio di mera retorica. Servono subito misure deflattive della densità detentiva, vanno compiutamente potenziati gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, è necessario assicurare l’assistenza sanitaria e vanno avviate riforme complessive dell’esecuzione penale".

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