Cronaca

L'attacco terroristico avrebbe matrice ucraina
2 minuti e 10 secondi di lettura
di Michele Varì, Annissa Defilippi
La petroliera SeajewelLa Seajewel al largo di Savona

Sulla spy story della petroliera danneggiata da due ordigni al largo di Savona spunta la pista dell'esplosivo al plastico, ad alto potenziale, e anche fra i più usati in ambito militare. Per questo, secondo fonti ben informate, trova conferma una delle piste che l'attentato possa ricondursi ai servizi segreti ucraini. Il loro obiettivo colpire la Russia dato che la Seajewel è accusata di appartenere alla flotta ombra russa, unità quasi fantasma che operano in contrasto con i dettami dell'unione europea che impone dei dazi a chi importa prodotti russi, petrolio ma anche gas, dopo lo scoppio della guerra.

Bombe innescate con un telecomando?

Non solo: fra le ipotesi al vaglio degli inquirenti anche quella che l'esplosione possa essere stata innescata con un telecomando azionato a distanza, da terra. La più inquietante è però quella di una mina magnetica, che potrebbe fare pensare a un basista a bordo della nave che potrebbe avere agevolato il posizionamento dell'esplosivo. Da decifrare invece la sequenza delle due esplosioni: forse la prima era più potente rispetto alla seconda, ma non si può escludere che le due mine dovessero esplodere insieme, o che anche la seconda non ha funzionato come avrebbe dovuto.

Per gli inquirenti è un attacco terroristico

L'indagine sull'esplosione della petroliera Seajewel, avvenuta il 14 febbraio 2025 al largo di Savona e si concentra su un possibile attacco terroristico da parte dei servizi segreti o anche deviati dell'Ucraina. La procura di Genova ha aperto un fascicolo per "naufragio aggravato dal terrorismo" dopo cle due esplosioni che hanno causato una falla di un metro e mezzo nella chiglia della nave.

La moria di pesci e le analisi

Le prime indagini suggeriscono che l'esplosione possa essere stata causata da ordigni piazzati dall'esterno, ipotesi supportata dalla moria di pesci nella zona e dalla deformazione delle lamiere verso l'interno, indicativa di un'esplosione esterna. Nonostante non siano ancora emerse rivendicazioni, l'ipotesi di un attentato è stata rafforzata nelle indagini dalla Direzione Distrettuale Antiterrorismo e da operazioni di perlustrazione condotte da unità specializzate della Marina Militare italiana.

Sequestrata la scatola nera

La Seajewel, battente bandiera maltese e sospettata di trasportare petrolio e gas russi, era già sotto osservazione per la sua possibile connessione con le flotte ombra russe che aggirano le sanzioni internazionali. Questo contesto ha alimentato ulteriormente le speculazioni su un atto di sabotaggio o terrorismo. Le indagini continuano, con l'analisi della scatola nera della nave e dei campioni prelevati nell'area. Molto importanti anche gli interrogatori del personale e la visione delle telecamere a bordo della nave e nel porto di Savona: anche se dalle prime indiscrezioni nei video non si vede nessun movimento sospetto da terra verso la nave.

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