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"Controllare la pila 9 del Morandi era molto difficile perché carotaggi ed endoscopie lassù erano impossibili e avrebbero anche minato la stabilità degli stralli del ponte".
Per rispondere alla solida perizia dei periti del tribunale che sembra inchiodare gli imputati principali, Claudio Mazzotti (nella foto), ingegnere consulente di Spea, ha spiegato in aula che monitorare la sommità della pila nove di ponte Morandi era quasi impossibile, "perché situata troppo in alto e i carotaggi e le endoscopie lassù erano difficili da praticare".
I carotaggi avrebbero minato la struttura
Mazzotti, consulente della società che avrebbe dovuto controllare Autostrade per l'Italia e invece - come emerso dall'indagine - ne era totalmente succube, ha cercato di fare capire che controllare l'interno delle pile di cemento precompresso del Morandi equivaleva a minarne la stabilità vista la particolare tecnica di costruzione dell'opera. Un paradosso, eppure argomentato con tanto di slide fornite dall'ingegnere, un professore universitario assai stimato.
L'intervento sulla pila 11 servì per controllare altri ponti
Chiamato a dare una risposta ai periti del tribunale che hanno ribadito quanto ha sostenuto l'accusa, ovvero che nessuno ha mai controllato dove c'era il difetto di costruzione sulla pila 9, il consulente Spea ha detto che in base alle criticità rilevate negli anni '90 sulla pila 11 del Morandi si era intervenuti per mettere in sicurezza gli stralli di altri due ponti dell'ingegner Morandi: il Magliana di Roma e il Carpineto sull'autostrada fra Salerno e Potenza.
Ma non si intervenne sulla 9 considerata sicura
Quell'esperienze però, lo dice la cronistoria di questa tragedia costata la vita a 43 innocenti, purtroppo, non vennero usate per rifare la pila 9 del Morandi, che invece venne solo rivestita di una speciale vernice protettiva e dichiarata sicuro, con tanto di documentazione scritta, sino al 2030.
Attesa per le dichiarazioni di Castellucci
In aula, sotto la tensostruttura del tribunale, fra addetti ai lavori e avvocati si è parlato anche dell'atteso calendario delle dichiarazioni spontanee dei tredici imputati che le hanno preannunciate, primo fra tutti dell'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci, l'imputato più importante.
L'inizio delle udienze dedicato all'ascolto degli imputati è fissato al 10 marzo. Impossibile per ora prevedere se il manager della famiglia Benetton confermerà la sua volontà di parlare.
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