GENOVA-"Le vite dei miei figli sono state buttate via per l'incuria e l'incapacità delle forze dell'ordine e del servizio di salute mentale. Mio figlio si poteva fermare prima e mia figlia sarebbe stata salvata". Accuse forti quelle di Antonella Zarri, mamma di Alice Scagni, 34enne uccisa dal fratello la sera del primo maggio. Intanto nel tardo pomeriggio i risultati dell'autopsia effettuata dal medico legale Sara Lo Pinto.
Un rapporto teso tra fratelli ma anche tra lo stesso Alberto e i genitori, che ora raccontano di un uomo che non era più possibile aiutare. La donna parla di un escalation nei giorni precedenti all'assassinio, cosa che confermerebbe quello che i vicini di casa avevano raccontato a Primocanale il giorno dopo la tragedia. "Problemi gravi nati nelle ultime due settimane, urla e botte sulle porte", aveva spiegato il proprietario del fruttivendolo di via Balbi Piovera, a Sampierdarena, dove Alberto abitava da solo (LEGGI QUI).
"Ci eravamo affidati alle istituzioni. Abbiamo chiamato più volte - continua - perché Alberto aveva bisogno di un aiuto che noi non riuscivamo più a dare e quello che gli davamo ormai gli faceva solo male. Aveva bisogno di un aiuto psichiatrico. Ma quando abbiamo chiamato l'igiene mentale ci hanno dato appuntamento dopo un mese. Avrebbe dovuto avere la visita il due maggio. Sono stati lenti, nonostante le nostre richieste. È come se una persona va al pronto soccorso con un infarto ma le dicono di aspettare perché c'è la pausa caffè o il cambio turno e nel frattempo muore. Alberto doveva essere seguito, doveva essere fermato e invece nessuno ha fatto nulla".
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Nessun precedente per il 42enne se non una sanzione per guida in stato di ebrezza nel 2020. Antonella Zarri racconta però di aver provato a farsi aiutare dalle forze dell'ordine più volte nei giorni precedenti all'omicidio: "Negli ultimi quattro giorni - ha detto la donna all'Ansa - c'è stata una escalation che ci ha fatto preoccupare. Abbiamo chiamato il 112 cinque volte ma nessuno è intervenuto. Ancora domenica all'ora di pranzo mio figlio ci ha fatto due chiamate di minacce concitate e così abbiamo richiamato chiedendo aiuto. E ci è stato detto di fare denuncia lunedì e che non c'era una volante da mandare. Però domenica notte per non farmi vedere il corpo della mia piccolina c'erano 30 agenti che mi hanno tenuta lontana".
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È uno sfogo duro quello della mamma di Alice, ex ballerina e campionessa di sci strappata alla vita a soli 34 anni. Da un anno e quattro mesi la giovane aveva reso Antonella, nonna. Intanto la procura ha chiesto la convalida dell'arresto al gip contestando tre aggravanti: la premeditazione, la crudeltà e l'uso del mezzo insidioso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, Scagni ha portato il coltello da casa e lo ha nascosto dentro un sacchetto. L'uomo rischia l'ergastolo: la prova è nel coltello con cui ha ucciso la sorella. Se l'era portato appresso perché aveva freddamente di ucciderla? La squadra mobile sta cercando di capire se si tratta della stessa arma che Scagni aveva pubblicato in una foto vicino a una mazza da baseball su Facebook il 19 aprile.
La stessa arma che non ha neanche tolto dal sacchetto in cui l'aveva infilata per uccidere la sorella, troppa la furia omicida. Intanto nel tardo pomeriggio è arrivato il risultato dell'autopsia: diciotto coltellate alla schiena e due all'addome. Le diciassette ipotizzate all'inizio si trasformano in 20 fendenti.
IL COMMENTO
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