GENOVA-Famigliari, agenti di polizia, e ora il personale della salute mentale. Verrà sentito, oltre agli agenti, anche lo stesso personale che avrebbe fissato un appuntamento il 2 maggio per Alberto Scagni: il giorno dopo all'omicidio della sorella Alice, uccisa da Alberto la sera del primo maggio con 20 coltellate.
Scagni ha ucciso la donna, madre di un bimbo di un anno e 4 mesi, perché voleva più soldi dalla famiglia. Secondo il marito della donna, Alberto chiedeva grosse cifre che nessuno di loro aveva.
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Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dall'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, vogliono capire se vi sia stato un ritardo nella presa in carico dell'uomo. La madre, il giorno dopo l'omicidio, aveva raccontato di avere più volte telefonato alle forze dell'ordine e di avere anche chiesto aiuto all'igiene mentale a inizio aprile. Era stato fissato un appuntamento solo il 2 maggio. Scagni poteva essere visitato prima? La madre dei due ragazzi aveva raccontato che dal 22 aprile c'era stata una escalation di episodi preoccupanti.
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In particolare il 30 aprile era stata chiamata la polizia dopo che era stata incendiata la porta di casa della nonna dei giovani che abita nello stesso condominio del nipote. La donna aveva indirizzato le forze dell'ordine verso Alberto dicendo che negli ultimi giorni aveva danneggiato la porta più volte dopo che si era rifiutata di dargli soldi. Il primo maggio, sette ore prima del delitto, i genitori avevano chiamato ancora il 112 dicendo che il figlio li aveva minacciati di sgozzarli ma erano stati invitati a fare denuncia il giorno dopo.
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