GENOVA - Sorprende il "Don Pasquale" riletto dalla regia di Andrea Bernard che ambienta l'opera di Gaetano Donizetti tra casino e night club sul palco del Teatro Carlo Felice: il protagonista, il classico avaro della Commedia dell'Arte, è il proprietario di Casinò Cornero, mentre Norina, la 'modesta' vedova di cui è innamorato il nipote Ernesto, diviene una scaltra e seducente femme fatale, che lavora in un night e che pare flirtare con il dottor Malatesta, la mente della 'beffa' ai danni di Don Pasquale. Una prima che, come "Béatrice et Bénédict" divide il pubblico, incontrando più il favore dei tanti giovani presenti in sala, oltre 300. E che porta i giovani dell'Accademia di Alto Perfezionamento diretta da Francesco Meli per il terzo anno in scena, dopo "Il turco in Italia" ed "Elisir d'amore".
Norina, interpretata da Maria Rita Combattelli, un po' per amore e un po' per denaro sta al gioco orchestrato dal dottor Malatesta, Nicola Zambon, che ha fatto il pieno di applausi. Malatesta vuole aiutare l'amico Ernesto a sposare la sua amata, anche se nel primo atto sembra celare anche altri fini: così, senza mettere il nipote di Don Pasquale a conoscenza del piano, fa impersonare a Norina il ruolo della sorella Sofronia, appena uscita di convento e pronta a trovare un marito proprio come il settantenne Pasquale. Prima delle finte nozze, la donna appare mite, ubbidiente e di poche pretese, ma una volta siglato il contratto, farà perdere la testa (e il portafogli) al vecchio marito, tra servitù, teatro, gioielli, cavalli nel ribattezzato Casinò Sofronia. Ma sarà il sospetto di un tradimento a far traboccare il matrimonio. Fino al lieto fine che rimette in ordine le trame dei personaggi, in una morale affidata alla vera protagonista, Norina, che "Ben è scemo di cervello chi s'ammoglia in vecchia età: va a cercar col campanello noie e doglie in quantità". E' Norina che governa l'azione e tutti i personaggi uomini che le gravitano attorno, in un ribaltamento che parte proprio dalle personalità e dai gesti degli attori, più che dal libretto. Parrucche, paillettes, lustrini e lucine: tutto brilla in questo allestimento, fuorché l'acustica, attutita dall'imponente scenografia. Ma i giovani interpreti sono stati bravissimi.
L'allestimento chiude la stagione 2022/2023 del Teatro Carlo Felice, ricca di titoli, tra tradizione e "novità", come per la scelta di aver portato l'opera francese "Béatrice et Bénédict" o riscoperto "I due Foscari", accanto a ben più tradizionali "Tosca", "Cenerentola", "Norma", andando ad accontentare tutti i gusti di melomani e di neofiti, come i tanti giovani dalle scuole e dall'università che anche quest'anno hanno usufruito degli abbonamenti gratuiti. A tratteggiare un bilancio è il sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Claudio Orazi: "E' stata una stagione di grandissimo livello artistico, acclamata dal pubblico e da tanta critica musicale che è venuta da Genova". E a proposito dei ragazzi: "Gli studenti del liceo Pertini stanno presentando il "Don Pasquale" ai loro compagni in questi giorni a Rapallo e in altre città della Liguria perché possano venire a vedere questo spettacolo e a partecipare al Festival di Nervi la prossima estate".
Ma intanto il prossimo autunno, il teatro tornerà in possesso di uno spazio, che - come vuole il nome - sarà destinato ai giovanissimi, il Teatro della Gioventù. "Queste sono le ultime settimane di lavori di ristrutturazione con i fondi del Pnrr e saremo pronti immediatamente per settembre ottobre. E quello sarà lo spazio dedicato ai giovani, alla formazione, alle contaminazioni tra generi e alla multidisciplinarietà".