GENOVA - Com'era Genova nel Medioevo? Qual era l'aspetto della città? Come si vestivano i genovesi medievali? Cosa si mangiava? C'era già il pesto? Non è facile immaginarsi un'epoca così lontana, eppure Primocanale grazie all'aiuto di tanti professori universitari, storici, musicologi ed esperti è riuscito a tratteggiare una sorta di giornata tipo nel Medioevo. Ne sono nati due prodotti differenti, un docufilm che è già disponibile on demand sul nostro sito primocanale.it e che nella splendida cornice del Museo Diocesano ricostruisce con le spettacolari immagini di Primocanale Production con grande accuratezza la storia della città, l'importanza già allora del porto, le trasformazioni nel tempo, la musica e la cucina, la lingua che si parlava. E poi una serie di brevi puntate in pieno Centro Storico, alla ricerca delle tracce del Medioevo che ancora oggi possiamo ammirare, quasi sfiorare con mano, passeggiando tra i carruggi del Centro Storico. Le 18 torri ancora esistenti delle 80 che un tempo costituivano lo skyline della città, le logge oggi tamponate e inglobate nei palazzi nobiliari, i tesori che verranno svelati a Ianua - l'evento clou in programma dall'11 al 13 ottobre - come la Bibbia Atlantica o gli affreschi di Manfredino da Pistoia alla Chiesa del Carmine, i personaggi che popolavano allora la città e che oggi si possono incontrare nel luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, la Casa del Boia, grazie al lavoro della Compagnia dei Balestrieri del Mandraccio.
Una giornata a Genova nel Medioevo - GUARDA IL DOCUFILM
Il nostro palinsesto si arricchisce quindi di tanti contenuti che mirano a stimolare la curiosità dei genovesi su questo periodo storico, raccontandone la bellezza, dato che per Genova il Medioevo è stato un periodo tutt'altro che buio. Abbiamo sfatato questo mito proprio con tantissimi ospiti, dal professor Antonio Musarra, collegato da Roma, allo scrittore di bestseller Carlo Martigli, dal professor Francesco Mosetti Casaretto arrivato dall'Università di Torino per raccontare la lingua del Medioevo agli storici dell'arte Giuliano Sommariva, Elena Manara, Giacomo Montanari e tanti altri.
Presente anche il sindaco Marco Bucci, che ha ribadito che quest'anno di Genova dedicata al Medioevo rappresenterà anche un "riappropriarsi" di alcuni luoghi della città. "Entro fine 2024 o al più tardi nel 2025 riapriremo le torri Embriaci e Garibaldina al pubblico, spazi che genovesi e turisti potranno tornare a vivere, salendo fin su in cima a godere del loro fascino oltre che della loro storia. Ma abbiamo voluto anche finalmente riaprire il Museo di Sant'Agostino, rimasto a lungo chiuso per motivi di sicurezza. Stimiamo di riuscire in un anno e mezzo con gli opportuni lavori a riaprirlo completamente, ma già a maggio apriremo una parte, consentendo così ai genovesi ogni sei mesi circa di vederne un nuovo pezzo aperto". Tutto questo dopo che è stato inaugurato a inizio aprile il riallestimento del Monumento Fieschi, un restauro monumentale come lo è quest'opera originariamente alta 12 metri e mezzo.
Oggi la si può riammirare dopo che era stata fatta letteralmente a pezzi, 124 per l'esattezza. E dal conservatore del Museo Diocesano, Paola Martini, è arrivato l'appello, perché mancano tre "pezzi" abbastanza rilevanti all'appello, uno a Boston e gli altri due appartenenti ad una collezione privata. "Se qualcuno li avesse, per noi sarebbe importante anche soltanto farne una copia".
Tutto questo è frutto di un lavoro iniziato anni e anni fa, grazie a studiosi del calibro di Colette Bozzo Dufour, storica di arte medioevale, a cui il sindaco ha promesso di dedicare un importante evento nel 2025 per ricordarla e "farla conoscere anche ai più giovani". Anche perché il Medioevo di Genova non si esaurirà soltanto quest'anno.
"Puntiamo a creare un evento analogo ai Rolli Days incentrato sul Medioevo di Genova, sarà un appuntamento con le sue peculiarità, che però permetterà di raccontare a genovesi e turisti questa parte così importante della nostra storia"
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