“A due anni dalla scomparsa volevo raccontare quello che Gianluca Vialli ha rappresentato per me e per tanti ragazzi e tifosi della mia età. Il fatto che poi sia diventato un esempio anche per altre generazioni, e non solo di sampdoriani, mi ha spinto a portarlo a teatro”: spiega così Andrea Carlini, attore e comico genovese tra i protagonisti dei 'Bruciabaracche' e di trasmissioni televisive storiche come 'Colorado' e 'Zelig', il suo nuovo spettacolo - “Il mio Luca – Il mito di Gianluca Vialli raccontato a mio figlio” - che dopo il sold out dell'8 gennaio al Teatro Modena replica due giorni dopo, venerdì 10 alle 21, al 'Verdi' di Sestri Ponente.
Le musiche dello spettacolo sono di Aldo De Scalzi
Scritto da Christian Poli e diretto da Simone Repetto, con le musiche di Aldo De Scalzi, la voce di Armanda De Scalzi e le scenografie di Valentina Albino, il monologo è un viaggio emozionale che lega passato e presente, sport e vita personale. Si apre nella sala d’aspetto di una maternità dove un uomo in attesa di diventare padre decide di raccontare al figlio in arrivo che chiamerà Luca le gesta del suo eroe, quel ragazzo diventato uomo che è stato il mito di tanti nella Genova di un tempo che si allontana sempre più. La narrazione parte dagli esordi del calciatore sui campi di provincia per arrivare ai trionfi della Sampdoria e al suo doloroso epilogo a Londra, dipingendo un ritratto che va oltre lo sport. In questo modo la vicenda del protagonista si intreccia a quella del giovane Luca in un rimando continuo che porta i due a confrontarsi con le gioie e le asprezze della vita mentre il mondo intorno a loro progressivamente cambia.
Non è un monologo pensato solo per una tifoseria
“Il successo dello spettacolo – spiega Carlini - conferma l’affetto del pubblico genovese nei confronti della figura di Vialli. Sicuramente nello spettacolo c’è tanta Genova e tanta Sampdoria ma non è un monologo pensato soltanto per una tifoseria perché Gianluca è amato e stimato da tutto il mondo dello sport e non solo. La sua storia è anche un modo per raccontare me stesso, per spiegare a mio figlio che, anche e soprattutto oggi, abbiamo bisogno di eroi. Non solo per ammirarli, ma per ispirarci a loro e trovare attraverso essi la nostra strada”
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IL COMMENTO
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