Cultura e spettacolo

3 minuti e 15 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Il regista Robert Zemeckis ha avuto un rapporto curioso con il tempo nella maggior parte dei suoi film. ‘Forrest Gump’ ha attraversato l'intera seconda metà del XX secolo, ‘La morte ti fa bella’ ha esplorato in maniera ironica la vanità che sta alla base della nostra paura dell'invecchiamento e della mortalità, ‘A Christmas Carol’ era un racconto di crescita personale che adoperava salti temporali soprannaturali e sono passati quasi quarant'anni da ‘Ritorno al futuro’ dove un adolescente degli anni '80 viaggiava indietro negli anni '50 osservando i cambiamenti che avevano colpito la sua città natale e la propria famiglia negli ultimi tre decenni.

Dai dinosauri ai giorni nostri

Questo elenco, che potrebbe ancora continuare, lo ha portato a ‘Here’ che si svolge attraverso diversi millenni visti interamente dalla prospettiva di un'unica angolazione riflettendo in un'ora e 45 minuti più secoli e vite con una telecamera-spia onnipresente che osserva nascite, morti, matrimoni, funerali, Natali, divorzi e riunioni, il tutto all'interno di quattro mura. Basato su una graphic novel e ambientato in un pezzo di terra in Pennsylvania si parte con scene di dinosauri e popolazioni indigene passando poi al secolo scorso dove ci si concentra su una casa costruita nel 1907 che sarà occupata da diversi gruppi di personaggi. I più importanti sono Richard e Margaret (Tom Hanks e Robin Wright con cui Zemeckis riforma la coppia di ‘Forrest Gump’), che si sposano nei primi anni '60 quando sono quasi adolescenti, una decisione spinta dall'imminente nascita della loro figlia. Vivendo con i genitori di Richard sperimentano i soliti alti e bassi della vita domestica e le loro traversie sono giustapposte a scorci del passato e del futuro.

Un uomo e una donna ridono

Una storia che cerca di evocare i ricordi di 'Forrest Gump'

L'inesorabile scorrere del tempo e i rimpianti che ci portiamo dietro sono i capisaldi emozionali di questa storia formalmente audace dove il regista cerca chiaramente di evocare i ricordi di ‘Forrest Gump’ riunendo i membri chiave di quel team creativo che vede presenti oltre ai due protagonisti principali anche lo sceneggiatore Eric Roth, il compositore Alan Silvestri e il direttore della fotografia Don Burgess. Ciò che gli manca, tuttavia, sono due cose che hanno fatto funzionare quel film: una narrazione avvincente e un tono di umorismo nero che ha contribuito a impedire che venisse sopraffatto dal sentimentalismo. Perché a parte una coppia degli anni '40 che fornisce l'unica vera scintilla nella storia, nessuno degli abitanti della casa o le loro esperienze risultano particolarmente interessanti. 

Troppi personaggi e troppe trame

'Here’ ha l'atmosfera di una produzione teatrale. Lo stile di ripresa statico crea la sensazione nello spettatore di essere un osservatore imparziale che studia i personaggi in una narrazione che attraversando una manciata di linee temporali si concentra sulle somiglianze tematiche: i cicli di nascita e morte si ripetono attraverso le ere, proprio come l'ottimismo della giovinezza cede costantemente il passo alla delusione della mezza età. Il limite è che ci sono troppi personaggi, troppe trame, troppi elementi che ci vengono mostrati e poi abbandonati quasi subito lasciandoci la sensazione di un enorme potenziale ma di uno sviluppo quasi televisivo nella sceneggiatura.

Tecnologia all'avanguardia

Zemeckis ha dimostrato con ‘Chi ha incastrato Roger Rabbitt’ e ‘Polar express’ che l'innaturale può essere reso plausibile con il giusto senso di emotività ma qui manca questa elaborazione drammaturgica delle proprie pretese. Il film, che dovrebbe parlare della vita in quanto tale, brilla di momenti ma non li riunisce in una struttura complessa di vita reale. E’ un modello perfetto in termini di tecnologia, design, tecniche di ringiovanimento e invecchiamento eseguite con abilità per far sembrare Hanks e Wright adolescenti e poi anziani ma alla fine ‘Here’ è un bel giocattolo un po' vuoto. Inutile, perché non sa sfruttare tutti gli elementi che potenzialmente offriva. Uno sdolcinato dramma intergenerazionale e poco più.

 

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