Politica

Il presidente della Regione intervistato dai microfoni di Primocanale
6 minuti e 21 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - Sciolte le Camere, Mario Draghi termina la sua esperienza di Governo dopo 18 mesi e si va alle urne anticipate. Presidente Toti, si poteva evitare tutto questo?

"Dal mio punto di vista si poteva e si doveva evitare, riteniamo che il momento sia particolarmente inappropriato per andare a votare e anticipa la scadenza della legislatura solo di pochi mesi :si sarebbe andati a votare a marzo o al massimo ad aprile del prossimo anno ma sarebbero stati mesi fondamentali. Il governo Draghi è nato sui presupposti della crisi pandemica, sul disastro economico che ne è conseguito e la campagna di vaccinazione, il PNRR da mettere a frutto per il nostro paese. Tutte cose ancora da finire perché il Covid esiste ancora, la campagna vaccinale dovrà riprendere in autunno, il PNRR è ai suoi primi vagiti e incontra il problema dei rincari dei prezzi, senza dimenticare la crisi per la guerra in Ucraina alle porte dell'Europa che aggrava ulteriormente la situazione. L'agenda che Draghi ha presentato al Parlamento era un'agenda seria e concreta che ora qualcuno dovrà prendersi la briga di fare. Sarebbe stato bello farlo insieme, ma qualcuno ha deciso diversamente. Tra cui ertamente il M5S, con il quale francamente non ho mai avuto nulla a che spartire in questi anni a differenza di altri che oggi lo condannano e puntano il dito, ma che in passato hanno collaborato con il movimento. Credo che il momento sia stato altamente inopportuno, peraltro nessuno ha chiesto il nostro parere che abbiamo espresso in aula ed al presidente Draghi. Ormai la frittata è fatta, cosa fatta capo ha come si suol dire.

Ora come si mette la posizione di Cambiamo – o meglio di Italia al centro, il cantiere presentato qualche settimana fa – in relazione agli alleati? In primis la Lega, oggi Edoardo Rixi ha detto "Già due volte il suo partito si è dimostrato inaffidabile per il centrodestra (...). A me spiace che il presidente della Regione si fidi di più di chi non vuole fare le opere e non di chi invece lo ha sempre aiutato a portare le opere a casa".

"Io sono molto contento di fare opere in questa regione, abbiamo fatto tutto ciò che avevamo promesso agli elettori ed il deputato Rixi lo sa molto bene, così come sa che le decisioni di Lega a Forza Italia sono state prese in modo autocratico senza ascoltare nessuno. Tutti quanti dicono che siamo fuori dal centrodestra ma lo siamo semplicemente perché nessuno del centrodestra ci ha voluto coinvolgere in questo ultimo periodo. Inoltre suona molto strano che chi organizza riunioni senza convocarci, organizza vertici locali e nazionali senza chiedere il nostro parere, poi si possa lamentare se noi esprimiamo la nostra idea sottovoce, come siamo abituati a fare. Dopodiché Regione Liguria ha un programma che è stato approvato dagli elettori un anno e mezzo fa, che ha molte cose da fare davanti a sé e mi auguro che sia un programma condiviso. Credo che i risultati elettorali alle ultime regionali e alle più recenti comunali premino quest'alleanza e spero che nessuno voglia far pagare alla Liguria un momento che è già difficile. Infatti penso che le scelte di FI e Lega penalizzino anche la nostra regione: chi metterà i soldi per la diga visto che non c'è un governo? Con chi discuteremo sul PNRR? E le bollette che rincareranno a causa del caro gas come verranno risarcite? Senza un governo è difficile rispondere a queste domande. Detto questo sono pronto ad un confronto con i nostri alleati quando vogliono, credo che stiamo facendo un buon lavoro. Ma non sono io quotidianamente, come fa la Lega, che faccio uno stillicidio di distinguo e di rivendicazioni quali fosse una questione personale più che politica. La Liguria ha appena vinto a Genova con una larga maggioranza di Bucci e alla Spezia con Peracchini: direi che tutti sono soddisfatti del governo regionale ma se qualcuno non è più d'accordo lo dica e proponga alternative. Sono disponibile all'ascolto."

Uno sguardo anche a Forza Italia: Gelmini e Brunetta lasciano, Carfagna «prende distanze». C’è spazio per loro nel suo movimento?

"Sono tutti amici, Brunetta è un grande combattente, la Gelmini è un'amica con cui ho condiviso molte battaglie. Mara Carfagna donna molto capace. Come noi hanno vissuto con disagio e con imbarazzo una posizione di Forza Italia che non sta nel senso della sua storia e de l suo futuro. Un uomo come Mario Draghi, il più autorevole degli italiani in questo momento, in grado di tenere testa e discutere con i grandi del mondo, che aveva riportato l'Italia agli onori delle cronache, che ha tenuto una posizione con la schiena dritta sia con alleati sia con avversari sia nella crisi della guerra in Ucraina non meritava da un partito come Forza Italia che rappresenta il mondo produttivo del paese, di finire in una corsa al ribasso come quella che ho visto ieri in Parlamento, e le defezioni di tre storici ministri del governo, ultras di Forza Italia che dovrebbero fa riflettere quel partito". 

Le sue posizioni la avvicinano a quelle di Italia Viva e Insieme per il futuro, l’allargamento al centro potrebbe secondo lei funzionare in vista del voto ora imminente?

"Io al momento non sono tanto preoccupato per le alleanze, ma le cose che deve fare il paese. Rigassificatori, termovalorizzatori, combattere la crisi idrica intervenendo sugli acquedotti e accorpando reti idriche frantumate tra mille comuni, le grandi opere a Genova e nel resto d'Italia, l'autonomia diversificata perché le altre Regioni hanno diritto a poter scegliere quale via intraprendere. Se ci mettiamo attorno ad un tavolo e le costruiamo attorno alla agenda Draghi, sono disponibile a parlare con tutti, sempre tenendo presente i limiti della mia storia in centrodestra e sperando che questo sia stato l'ultimo atto del Movimento 5 Stelle. Mi sembra che a Genova si stia già governando con Italia Viva e Calenda, il mondo sta cambiando e non possiamo continuare a governare in maniera ingessata". 

C’è grande preoccupazione da parte delle categorie economiche e portuali. Grandi opere, Pnrr, nuova Diga, digitalizzazione: quali possono essere le conseguenze per la Liguria?

"Noi continueremo a lavorare con tutti i sindaci per portare i fondi necessari sul nostro territorio, oggi ero nel ponente proprio per i fondi per rifare l'acquedotto del Roja e risolvere una crisi idrica che dura da anni. La Liguria ha una salda governance e cercheremo di interloquire con chi è rimasto a Roma, certo siamo preoccupati e questo non lo posso nascondere. La banca centrale ha aumentato lo spread di 50 punti e non abbiamo più una persona come Draghi che possa mediare. Spero che chi ha preso la decisione di non votare la fiducia si renda conto del danno che è stato fatto nei confronti degli italiani, sono loro che sono stati inaffidabili, non noi".

Presidente lei il 30 maggio a Primocanale aveva detto: "Bucci e Peracchini vincono al primo turno" e i fatti le hanno poi dato ragione e "io resto in Regione fino al 2025". Stando così le cose, conferma ancora quella promessa?

"Io resto in Regione fino al 2025 e spero di restarci con i miei alleati di governo, io della serietà ho fatto il mio programma politico e voglio proseguire con tutte le cose che ancora dobbiamo realizzare. Se gli alleati sono d'accordo, proseguiremo, se non lo sono pregherei di dirlo subito anche perché stiamo facendo una campagna elettorale in piena estate mentre gli italiani si preoccuperanno della bolletta del gas in autunno. Cerchiamo di essere seri fino in fondo, di continuare a governare come ci hanno chiesto i cittadini liguri. Poi nessuno ha paura delle urne, di qualsiasi tipo, però quello che è certo è che io resterò qui fino a fine mandato". 

 

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