GENOVA - Il detto dice che dopo la tempesta arrivi sempre il sole, ma sul consiglio comunale di Genova più che splendere il sole si intravedono le nuvole. Perché se è vero che il capoluogo ligure ha votato "sì" alla videoconferenza che permette alle consigliere comunali in gravidanza, così come alle madri e ai padri in congedo parentale, di partecipare alle sedute del consiglio, alle commissioni e alle conferenze dell'amministrazione comunale; è altrettanto vero che si sono trascinate roventi polemiche. La proposta è partita dalla consigliera della lista Rossoverde, di minoranza, Francesca Ghio (tra pochi giorni diventerà mamma) che farà garantire la rappresentanza ai cittadini e la possibilità di non perdere il gettone di presenza. La decisione è stata votata all'unanimità, nonostante non siano mancati gli scontri.
Ad accusare di misoginia i rappresentanti dell'aula rossa di palazzo Tursi è stata la stessa Ghio, che in questi mesi ha "colpito", trasversalmente, i suoi colleghi. Ultima, solo in ordine di tempo, la battaglia sulla proposta di far partecipare al consiglio in collegamento video le neo mamme o i neo papà, che secondo Ghio è stata strumentalizzata ed esasperata dagli uomini di destra e di sinistra. Insomma, a dire della consigliera, il comportamento è stata scorretto, dentro e fuori gli scranni dell'aula rossa, nei confronti dell'attivista per il clima. Le dichiarazioni di Francesca Ghio hanno indispettito i consiglieri di maggioranza e opposizione: tra i corridoi di palazzo Tursi si vocifera che sia divampata la rabbia verso l'atteggiamento e le parole della rappresentante della lista Rossoverde, rea di aver macchiato pubblicamente l'immagine dei politici.
A placare gli animi ci ha pensato il presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba. "Genova è tra le prime città italiane ad aver modificato il regolamento del proprio consiglio comunale a sostegno della famiglia - ha dichiarato il presidente Cassibba -. Un grande successo ottenuto grazie alla collaborazione e all’ impegno di tutti gli uomini e le donne che siedono in sala rossa e degli uffici che hanno lavorato alacremente. La proposta di modifica del regolamento è stata il frutto di una lunga e approfondita discussione in commissione consiliare. Al testo definitivo hanno contribuito diversi consiglieri, in maniera assolutamente trasversale, anche con emendamenti che hanno portato all'approvazione all'unanimità da parte del consiglio comunale. La delibera rivela un segno concreto verso la tutela della natalità e la promozione del diritto al lavoro".
Con questa modifica al regolamento del consiglio comunale, ha voluto sottolineare Cassibba, Genova si posiziona tra le città più attente alle esigenze delle famiglie dimostrando grande sensibilità per la creazione di un ambiente di lavoro più inclusivo. "Ringrazio la consigliera Ghio che ha dato modo di riflettere su questo argomento, ricordandole che solo grazie al voto e alla partecipazione attiva di tutti i consiglieri, vede oggi esaudita la sua legittima richiesta di poter partecipare a distanza, durante il periodo di maternità, alle sedute del consiglio comunale - ha proseguito Carmelo Cassibba -. La volontà di Genova è diventare un modello per altre città che desiderano promuovere politiche che abbattano divari di genere e promuovano il ruolo della donna come mamma e lavoratrice e della famiglia in generale".
Se è vero che le discussioni sono il sale della democrazia, è vero altresì che i cittadini non sempre le comprendono, e poi si sa, si allontanano dalla politica.
IL COMMENTO
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