Sanità

La certezza di quello che accadrà si avrà fra marzo e aprile
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I conti della sanità italiana peggiorano ogni anno di più e questo anche perché la spesa sanitaria non ha trovato un equilibrio da dopo la pandemia. Se il deficit complessivo nel 2020 era di 800 milioni, nel 2021 è salito a 1.025 miliardi per arrivare appunto nel 2022 a 1.469 miliardi. Un rosso "in netto peggioramento" che viene misurato - ricorda la Corte dei conti - "quale differenza tra le entrate previste dallo Stato per la copertura dei Lea (livelli essenziali di assistenza ndr) e le spese sostenute per l'assistenza sanitaria".

Buco di 250 milioni

Per quanto riguarda la Liguria, anche se un dato ufficiale non c'è, si parla di circa 250 milioni di euro, un disavanzo aumentato di molto soprattutto a fine terzo trimestre. Il rischio è l'aumento dell'addizionale Irpef. I conti definitivi arriveranno nei primi due mesi del 2025. La Liguria dovrà cercare di recuperare non solo risorse interne e ancora una volta la 'magia' dei conti è affidata a Claudia Morich direttrice del bilancio della Regione. Obiettivo dimostrare di aver adottato le misure di copertura entro il 30 aprile 2025 perché è ancora in vigore quanto previsto dalla legge Tremonti.

L'incontro di Bucci con i direttori generali

Mercoledì scorso, intanto, alla direzione generale Bilancio della Regione, sono arrivati i preconsuntivi che Bucci aveva chiesto ai direttori generali di Asl e ospedali nell'incontro che aveva avuto con loro in Regione il 7 novembre. Un confronto, che viene descritto a tratti deciso, che ha rappresentato il primo impegno di Bucci come presidente e nel quale ha chiesto "il rientro totale del disavanzo evitando sprechi e usando meglio le risorse altrimenti andate a casa". Una richiesta che assomiglia alla 'best option' con la quale ci ha abituati il sindaco Bucci durante la demolizione e ricostruzione del Morandi ossia puntare alla migliore delle ipotesi per spingere al massimo il lavoro. Diversi i malumori tra i direttori generali che giudicano "impossibile" la richiesta fatta loro. Una richiesta che era già arrivata dall'ex presidente Giovanni Toti ma che, conoscendo lo stile di Bucci, qualcuno giudica più rischiosa della serie questa volta non finirà 'a tarallucci e vino'. Secondo quanto è trapelato nei giorni scorsi, Bucci vorrebbe che il disavanzo fosse assorbito per il 60% con interventi regionali e per il restante con manovre delle aziende.

Ma se la Regione non riuscirà a ripianare il disavanzo cosa accadrà?

Partendo dal presupposto che il fondo per il 2024 non è ancora stato distribuito alle Regioni da Roma se il disavanzo supererà il 5% del finanziamento sanitario ci sarà la nomina di un commissario per la sanità anche se c'è la copertura, se invece il disavanzo non supera il 5% e la Regione non ha le coperture va in piano di rientro.
La certezza di quello che accadrà si avrà a marzo, il tavolo del Ministero dell'economia e delle finanze si ha verso la fine di febbraio e tiene in considerazione i dati del quarto trimestre.

In passato la Liguria aveva siglato un accordo per il piano di rientro dal disavanzo sanitario il 6 marzo 2007 che si è concluso il 10 aprile 2010.

La norma di riferimento è la 311 del 2004 con le successive modifiche e i Patto della Salute intervenuti. L'intervento è previsto oltre che per il disavanzo anche nel caso che la Regione non rispetti i Lea.

Aumento dell'Irpef

L'aumento dell'Irpef attualmente appare come 'extrema ratio', aumentare le tasse è sempre una decisione impopolare e non va dimenticato che alle porte ci sono le elezioni comunali per il capoluogo ligure.

 

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