Il 15 marzo è la giornata nazionale del fiocchetto lilla, ovvero la giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione, nata per sensibilizzare sulle patologie da disturbi del comportamento alimentare e dal 2018 ufficialmente sancita dalla Presidenza del Consiglio.
I dati, dopo due anni di covid, sono allarmanti: lo racconta a Primocanale Stefano Tavilla di Pieve Ligure, papà di Giulia, morta a 17 anni per bulimia, e fondatore nonché presidente dell'Associazione “Mi Nutro di Vita” che per prima ha promosso a livello italiano la giornata ed è riuscita in un importante risultato, far riconoscere i disturbi alimentari come patologie a sé stanti rispetto ai disturbi mentali.
Negli ultimi due anni di pandemia i casi di anoressia, bulimia, binge eating, ortoressia e tante altre forme sono aumentati esponenzialmente, racconta lo stesso Tavilla, che oggi si trova a Roma alla Camera dei Deputati proprio per sensibilizzare sul tema dell'assistenza a malati e familiari: "Nel pre covid c'erano 3 milioni di persone a soffrire di queste patologie, dopo due anni sono cresciuti del 40 per cento gli accessi per queste malattie e tra queste un numero molto alto, +130 per cento, è di giovanissimi dai 12 ai 17 anni".
"C'è ancora molto da fare per i supporti più importanti, dalla prima diagnosi del medico di famiglia, all'accesso ad ambulatori dedicati, dalla formazione per il primo riconoscimento e tutti i supporti nella cura. E poi la famiglia, che si ammala tanto quanto la persona cara che soffre di questa patologia e va curata tanto quanto", afferma Tavilla.
IL COMMENTO
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